No Pullman per disabili, no gita: i bambini non partono per non lasciare l’amico da solo

Person On WheelchairSiamo così circondati da notizie cattive, tristi e a volte anche truci, che quando leggo qualcosa di bello, di umano, di civile… quasi mi commuovo.

In una società dove l’egoismo la fa da padrone e la solidarietà spesso viene accantonata, leggere di bambini che rinunciano ad una gita perché un loro compagno disabile non può unirsi a loro mi ha fatto pensare. Quanto avremmo da imparare noi adulti dai più piccoli!!

La storia è questa: gli studenti della scuola elementare di Trenta, nel cosentino, hanno deciso di rinunciare alla gita a Lecce in segno di solidarietà nei confronti di un loro compagno disabile che non poteva partecipare al viaggio per la mancanza di un bus per lunghe percorrenze provvisto di pedana per carrozzine.

A rinunciare per primi alla gita sono stati i 13 compagni di classe del bambino, ai quali si sono aggiunti via via tutti gli alunni della scuola (una cinquantina) che hanno deciso, per solidarietà e con il sostegno dei loro genitori, di non salire sul bus.

La preside, Filomena Lanzone, si è adoperata per cercare subito un mezzo attrezzato, senza però riuscirci perché, a quanto pare, nella provincia di Cosenza non esiste un bus per lunghe percorrenze con pedana per disabili.

Una storia che lascia l’amaro in bocca.

Possibile che solo di fronte alla “rivolta” dei bambini ci si sia accorti del bambino disabile?
Ed è mai possibile che in Calabria non ci sia un pullman attrezzato per disabili?

4 risposte a “No Pullman per disabili, no gita: i bambini non partono per non lasciare l’amico da solo

  1. un applauso a questi bambini dotati di cervello generosita e sensibilità d’animo che purtroppo MOLTOOOO carenti nel resto della struttura.. ennesima figura di c…a all’italiana!

  2. Maria grazie per averci raccontato questa piccola ma grande storia di solidarieta’….immagino la soddisfazione dei genitori del bimbo disabile che si sono resi conto di essere circondati da bambini e genitori solidali e sensibili…una piccola luce per loro…
    Per quanto riguarda le responsabilita’ della preside e delle insegnanti non ho parole, per loro andava bene tenere il bimbo a casa e mandfare in gita gli altri, o magari il problema non se lo sono nemmeno posto…una vegogna per chi dovrebbe per mestiere tutelare i piu’ deboli!

  3. Maria quando ho letto l’articolo mi sono commossa e allo stesso tempo arrabbiata molto x i motivi che hai detto tu. Senza parole ma solo tanta stima per questi ragazzi e per i loro genitori.

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