Mi fai le strisce?

strisceIeri pomeriggio ho portato Marco e Luca dal parrucchiere.

“Per favore, questa volta i capelli tagliali corti corti perché fa caldo e sudano molto”, mi sono raccomandata.

A quel punto Luca, che era già pronto sulla poltrona l’ha guardato e gli ha chiesto: “Mi fai le strisce?”

“Cosa vuoi?”, ha chiesto il parrucchiere.

“Cosa vuoi?” gli ho chiesto io sbalordita e sorpresa

E Luca, con fare deciso: “Te l’ho detto, le strisce. Proprio qua”, ha indicato portandosi le mani proprio sopra le orecchie.

“Tu guardi troppe partite di calcio. I calciatori sono estrosi, esibizionisti. Per questo si fanno quelle cose ai capelli!”, ha ribattuto Cosimo, guardandomi e strizzando l’occhio

“Calciatori? No, le strisce ce l’ha il mio compagno di classe, il mio amico del cuore” ha detto Luca, convinto di tornare a casa con la stessa “acconciatura” Continua a leggere

Quello che i figli non dicono…

tappeto2Qualche giorno fa ho letto questo avviso sul diario di Marco: “Giorno 27 maggio alle ore 17:00 tutti i genitori sono invitati a scuola per ammirare i lavori del progetto di arte realizzati durante l’anno”.

La mia prima reazione (ammetto profondamente egoistica) è stata: “Cavolo, alle cinque del pomeriggio… uff. Altro permesso. Potevano almeno organizzarlo per le sei! Ma gli altri genitori non lavorano?…”

Presa dai mille doveri, dai mille impegni, l’avviso così come l’ho letto, l’ho dimenticato.

Ultimamente, lo ammetto, sto perdendo colpi e sto perdendo anche pezzi…
Sarà l’età che avanza, sarà la memoria che mi abbandona… Ma il risultato è mestamente sconsolante.

Per fortuna ieri, sul diario, avevano scritto un secondo avviso: “L’uscita degli alunni è regolare, alle 16.30. Poi alle 17:00 i genitori e i bambini potranno entrare”

“Caspita! E’ vero, l’appuntamento a scuola!…”
Allora ho chiamato la tata avvisandola. E una volta arrivata in ufficio ho chiesto al mio responsabile il permesso di uscire prima.

Ma come puntualmente accade ogni volta, ci sono stati piccoli imprevisti, piccoli ritardi, piccole sviste e così alle cinque ero ancora seduta esattamente qui, da dove adesso vi sto scrivendo.

Alle 5 e 10 ancora qui. Alle 5 e un quarto sempre qui. Alle cinque e venti ho spento il pc in maniera brutale, senza neanche chiudere le applicazioni aperte e sono scappata. Ascensore più lento di una lumaca. Ho preso l’auto. Via di corsa.
E invece no. Un vecchietto davanti andava a 20 all’ora con la sua Panda su una strada piena di curve, impossibile sorpassare. ARGHHHHHH….
Sono arrivata a scuola alle cinque e mezza passate. Per fortuna lavoro a due passi da casa… Continua a leggere