La prima gara di Taekwondo

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C’è una prima volta per tutto. E domenica scorsa per Marco è stata la sua prima volta in una gara di Taekwondo
Si è battuto con bambini che non conosceva e che non aveva mai visto prima.

Sono sincera, quando l’ho iscritto a Taekwondo non conoscevo molto di quest’arte marziale. Per me era un modo per fargli fare un po’ di sport, un po di movimento. E speravo che imparasse anche a rispettare le regole, insomma la disciplina.
Mai avrei immaginato di assistere a combattimenti dove se le danno di santa ragione. Calci e pugni a volontà. Certo, sempre rispettando le regole. Ma di cazzotti e piedate sempre si tratta!

Domenica ho assistito proprio a scene di questo tipo.

In un padiglione immenso di una fiera, in provincia di Bergamo, erano riunite tutte le varie arti marziali. E vi assicuro che ne ho visto delle belle. Continua a leggere

Le braccia nei disegni dei bambini

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Continuiamo il nostro viaggio nel mondo dei disegni dei bambini.

Oggi impareremo a capire cosa i nostri piccolo artisti ci vogliono comunicare quando, disegnando una figura umana, rappresentano le braccia.

Braccia corte, braccia aperte, braccia all’insù, braccia piegate, braccia sottili, braccia grosse.

Ci sono tantissimi modi per rappresentare le braccia e tantissimi sono anche i significati che esprimono.

L’importante però è che le braccia ci siano… se mancano è un brutto segno.

Ma ci spiega tutto la nostra grafologa Candida Livatino:

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La fobia scolare, quando il bambino non vuole andare a scuola

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“Ho mal di pancia, mal di testa, febbre…”… Quante scuse per non andare a scuola!

Vi siete mai trovati in questa situazione?

Io per fortuna ancora no. Ma ci sono dei bambini che a volte puntano i piedi, piangono, si disperano pur di rimanere a casa e non andare a scuola.
E allora che fare in quelle circostanze?
Di questo ci parla oggi la nostra psicologa amica, la dottoressa Francesca Santarelli.
Ecco cosa ci consiglia:
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Tuo figlio disegna l’ombelico? Rappresenta il legame con la mamma

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Luca stava disegnando su un foglio di carta. Aveva solo un pennarello rosso.
Ha disegnato prima i contorni di una figura umana. Ad un certo punto ha fatto due archetti con due puntini sul petto. E mi ha detto: “E’ una femmina, ha le tette”
Poi i capelli, sempre rossi.
Mi stavo un po’ preoccupando quando ho visto che aveva già fatto le mani, i piedi e invece il volto era ancora vuoto, bianco.
Sono stata zitta. Non volevo influenzarlo. Ma avendo letto tutte le precedenti spiegazioni della grafologa, sapevo bene che il volto bianco ha un brutto significato.
Per fortuna alla fine ha disegnato anche gli occhi, il naso e la bocca (con il rossetto). E mi ha detto: “Mamma questa è Rossella, vedi che è tutta rossa?”
Devo dire che grazie alle spiegazioni di Candida, ora riesco a guardare i capolavori che mi consegnano i miei figli con ammirazione, ma anche con un occhio più critico.

E oggi? Cosa impareremo?
Ad interpretare proprio il corpo, o meglio il tronco e il torace.
Io, che ho avuto la fortuna di leggere il pezzo in anteprima… ho già saputo cosa significa quando i bambini disegnano i seni. E la spiegazione  devo dire che rispecchia perfettamente la realtà 😉

A voi le spiegazioni di Candida Livatino: Continua a leggere

Il parto in Italia? Negli ospedali pubblici e con i padri presenti

parto1Oggi vi do un po’ di numeri.
Non da giocare al lotto, ovviamente. Ma un po’ di numeri sul parto.

E’ stato pubblicato il Decimo Rapporto sull’evento nascita in Italia del ministero della Salute e curato dall’Ufficio di Statistica sulla base dei dati rilevati nel 2011 dal Certificato di Assistenza al Parto. E ci sono diversi dati molto interessanti.

Volendo fare una sintesi: le donne italiane preferiscono (nell’88% dei casi) partorire in ospedali pubblici e accanto a sé vogliono il padre del bambino (90%). Ma questo succede prevalentemente al Nord.  Al Sud solo la metà dei papà può assistere al parto poiché molti ospedali non sono ancora attrezzati in tal senso.

E a proposito di parto, scusatemi se mi permetto una parentesi, ho appena saputo che Marika, una storica amica, lettrice e compagna di viaggi e di avventure di questo blog, sta per dare alla luce fra il suo terzo figlio!!! 🙂
Arriverà fra qualche settimana.
Che si fa in questi casi? Si fanno i complimenti? Gli si dice “in bocca al lupo”? O cosa? 🙂
In ogni caso ha tutta la mia più grande e sincera ammirazione!

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Se i compiti sono un incubo, che fare?

Focused boy learning his lessons

Da piccola ho sempre fatto i compiti da sola. Sono sempre stata molto autonoma e sono sempre stata in grado di gestirmi da sola.
E, con un pizzico di presunzione, ho sempre pensato che, se mai fossi diventata mamma, mi sarei comportata allo stesso modo anche con i miei figli.
“Si arrangeranno da soli, se la caveranno da soli….”

Non mi immaginavo di certo seduta accanto a loro a rivedere i compiti, a cercare di capire cosa non va e a cercare le soluzioni per affrontare la cosa.
E invece eccomi qua a rimangiarmi ancora una volta la fantastica frase “Io mai farò…”.
Solo che, ahimè, spesso e volentieri mi sento impotente e inadatta.
Impotente perché non riesco a capire quali siano le difficoltà.
Inadatta perché la pazienza non mi accompagna e spesso perdo le staffe, alzando anche la voce e quindi peggiorando le cose.

La dottoressa Santarelli oggi torna a parlarci di questo argomento per me particolarmente spinoso, ma penso anche per tante altre mamme: i compiti a casa.
Ecco cosa ci consiglia:

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