Una domenica a pesca

marco

“Domenica di sole, che si fa? Andiamo a fare una passeggiata?”
Mio marito: “Ancora!… ma non sei stanca? Ieri siamo stati tutto il giorno a Leolandia”

Io: “Arriverà il freddo, arriveranno i weekend di pioggia e non potremo più stare all’aria aperta chissà per quanto tempo. L’inverno è lungo. Perché non ne approfittiamo per fare qualcosa adesso?”

Lui: “Cosa?”
Io: “Andiamo a fare una passeggiata, andiamo in un posto bello”
Lui: “Ma tu sai dire solo: andiamo in un posto bello. Proponi invece qualcosa di concreto”
Io: “Ok, andiamo in quel rifugio carino vicino all’Alpe del Vicerè”

All’alba delle dodici e mezza ci mettiamo in macchina.
Mio marito: “Visto che è tardi perché non chiami? Magari ci tengono da parte 4 posti”.
Trovo il numero su Internet. Chiamo. “Risponde la segreteria telefonica, l’agriturismo rimarrà chiuso il 5 ottobre, riaprirà lunedì 6 ottobre”
“Urka la solito fortuna! L’agriturismo è chiuso solo oggi!”, dico.

Mio marito: “Siamo già qui che facciamo? Trova un altro posto…”
Mi rimetto a cercare. Trovo un altro numero. Chiamo, chiedo se ci sono 4 posti. Mi sento rispondere: “Spiacente, siamo al completo”
Guardo mio marito: “Ma non c’era la crisi? Come mai ogni volta che ci muoviamo noi è sempre tutto full, full, full…”
Mi rimetto a cercare. Trovo un altro agriturismo. Intanto lo stomaco cominciava a brontolare. Era quasi l’una e mezza.
L’ultimo tentativo è andato a buon fine. Ci sono quattro posti. Ma l’agriturismo è a valle, non in montagna. Vabbè, almeno si mangia!
Siamo arrivati e con mia somma sorpresa, abbiamo trovato un laghetto.

Mi aspettavo un agriturismo con tanti animali come mucche, cavalli, capre… e invece era un allevamento ittico, dove si pratica pesca sportiva.
C’è anche un piccolo bacino protetto dove i bambini possono provare a cimentarsi con la pesca a peso. In pratica ci sono centinaia di trote chiuse in uno specchio d’acqua piccolo, pronte ad abboccare. Una volta pescate si vanno a pesare e si pagano a 6,50 euro al chilo. C’è anche una vasca dove pulirle.

Se non si ha l’attrezzatura adatta non c’è problema, si possono noleggiare le canne da pesca, comprare le esche e pescare.

Dopo pranzo Marco e Luca hanno voluto provare.
C’erano tanti bambini…

Ci siamo prima fermati un po’ a guardare. Ma Marco ha avuto un piccolo shock.
Ogni volta che un bambino pescava una trota arrivava un signore, prendeva il pesce, estraeva l’amo dalla bocca e poi con una specie di martello gli dava due colpi in testa per ammazzarla e metterla nella busta.
Aveva in mano uno strofinaccio tutto insanguinato. Effettivamente faceva un po’ impressione. Era il boia del pesce.

La trota prima si muoveva, si divincolava, poi arrivava lui, due colpi… e addio alla vita.

Marco ha visto la scena e si è ammutolito. E’ diventato bianco come un cencio. Stava male.
Un film dell’orrore lo avrebbe sicuramente scosso meno.
Lui è così sensibile. Animo nobile.
“Ehi, Marco, che succede?”, gli ho chiesto.
Ma lui niente. Ho capito.
“Marco, quel signore non è crudele. Lo so che può sembrare assurdo quello che ti sto per dire, ma lo fa per non far soffrire il pesce. Questa sera tutti questi bambini mangeranno le trote che stanno pescando.
In ogni caso questi pesci dovranno morire. Secondo te è meglio mettere le trote ancora vive nella busta e farle morire dopo una lunga agonia, oppure con due colpi porre fine a tutto, facendole soffrire di meno?”
Marco aveva capito. Ma ha impiegato un bel po’ prima di riprendersi.

Alla fine ha preso la sua canna da pesca e si è cimentato.

Centinaia di trote, ben due vermicelli all’amo e nessuna che abboccava. Tutti gli altri bambini che continuavano a tirare su pesci.

Noi e un’altra bambina dopo un’ora eravamo ancora a quota zero.
La piccina, spazientita, ha detto alla madre: “Puoi chiedere se hanno un retino? Facciamo prima con una rete…”

Come darle torto…

Il signore delle trote si è avvicinato a Marco, hanno preso insieme la canna, hanno cambiato posto… e dopo qualche minuto la prima trota ha abboccato.
Marco era felicissimo. Ma quando il tizio ha preso la trota per assestargli i due colpi mortali,  si è girato dall’altra parte. Non voleva vedere.

Luca invece, che nel frattempo aveva mollato la sua canna da pesca per giocare con i vermicelli (che teneva  allegramente in mano), gli ha detto: “Se vuoi lo ammazzo io con i piedi…”

Senza parole. Come posso aver dato alla luce due bambini così diversi? Ancora non me lo spiego!

Alla fine, dopo ore, siamo andati via con sei trote nella busta.

La sera, non ve lo sto neppure a raccontare, cenetta a base di trote al forno.

Marco tanto era soddisfatto, ne ha mangiate due.

“Visto papà, sono stato bravo? Stasera mangiamo grazie al mio lavoro di gran pescatore”…

Io, in ogni caso rimango della mia idea: pescare è veramente, ma veramente noioso!

10 risposte a “Una domenica a pesca

  1. Sicuramente se consideri quella pesca non è proprio il massimo eh!
    La pesca è partire ds solo, canna in spalla in cerca del posto migliore, immerso nella natura, lontano da tutto e da tutti.
    Sicuramente meglio che guardare la televisione o stare chiusi in casa.

  2. @Redazione e @tutti/e: io non riesco a visualizzare più i commenti!!!
    mi spiego meglio: riesco a vedere gli articoli e le anteprime dei messaggi su “Ultimi commenti”, ma quando clicco sopra i VS nomi, mi riporta all’ultimo commento del 1.10.2014 !!!!!
    Qualcuno sa dirmi cosa è successo!!!!
    🙁

  3. Andrea è un mesetto che stressa mio papà perchè vuole andare a pesca con lui. Ci vuole andare “per pescare un tonno gigante da regalare a suo cugino!” (mio nipote vive praticamente solo di tonno) 😀
    @SilviaFede: mio suocero ha i conigli. Le nostre case confinano …. dopo la prima volta appena sposata, prima di ucciderli si assicura che io non sia in casa (anche io, però, me li mangio!)

  4. Anche mio marito e Fede vanno spesso a pesca al fiume…hanno trovato un posto fuori Roma davvero incantevole…io sono andata una volta, ma come te trovo la pesca noiosa mentre a loro piace molto, per cui sono felice che si ritaglino dei momenti tutti per loro io ne faccio volentieri a meno.
    Federico e’ come Luca prende in mano ogni tipo di animale, accarezza di tutto, ha ripreso dal papa’, per’ devo dire che anche io a parte i topi che mi terrorizzano, non mi faccio troppi problemi col resto del mondo animale…
    Pero’ capisco anche che le persone molto sensibili possano impressionarsi di fronte a certe scene, io ricordo ancora quando da piccola andavamo in campagna dai parenti che uccidevano conigli e polli per regalarceli…beh dopo aver guardato la prima volta non ho piu’ voluto vedere, pero’ la carne me la mangiavo eccome!!

  5. Maria…la pesca oltre ad essere noiosa, è vomitevole.passatemi il termine..
    io sono come marco. siamo andati una volta ad un laghetto dove c’era una cosa del genere organizzata per bambini, mancava solo il signore che dava una martellata in testa alle trote(che sono a scriverlo mi viene da svenire).
    vedere quelle decine e decine di pesce agonizzanti, insanguinati, con la bocca la cerata dall’amo, buttati per terra come fossero pezze vecchie, una puzza di pesce ovunque, solo per il gusto di pescare…no, non ce la facevo più.è stata la prima e l’ultima volta. sono andata a casa col la nausea e un gran dispiacere.
    lo so che poi li mangiamo, io pure, e che tutti gli animali che si mangiano fanno una brutta fine, ma vederlo è ben diverso.
    e siccome per me non c’è differenza tra maltrattare una trota e maltrattare un cane, io della pesca ho un pessimo ricordo 🙁

  6. Cara Maria come darti torto hahaha anche io lo trovo noioso.
    Ma i miei due piccoli pescatori sono entusiasti. Noi abitiamo sul lago di Bracciano e i miei due piccoli Sampei hanno passato i primi 15 giorni di settembre in attesa dell’inizio della scuola con il papà in ferie.
    Scendevano la mattina presto e rientravano per pranzo. I pesci li ributtavano nel lago ma la soddisfazione era tanta. Hanno anche fatto una gara un giorno di sole. Michele ha pescato 8 pesci, Daniele 5 ed il papà 1 solo.
    L’unica nota disgustosa sono stati i bigattini ed i vermi di terra che mi sono dovuta tenere per 10 giorni in frigorifero bleh 🙁 ma così comandavano i piccoli Sampei.

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