Viva la mamma, ma viva soprattutto certe mamme!

Quando ero incinta speravo, immagino come tutte le mamme, che la creatura che portavo in grembo fosse sana e in salute. Avevo anche tanta paura del parto, perché è una fase delicata dove tante cose posso accadere.
E anche adesso che stanno crescendo, spero tutti i giorni, che la salute li accompagni.
Perché tanta apprensione?
Perché questa società, e lo dico con la tristezza nel cuore, non è adatta per i “diversi”. E un bambino con problemi spesso viene considerato “un peso” per la società.
Fino a che c’è la famiglia ad accudirlo si va avanti. Poi?
Da quando ho conosciuto Lena (la blogger de Il Mondo di Lena) vedo cose che prima non vedevo. O forse non volevo vedere. E sempre con più attenzione leggo il suo blog. E la ringrazio di esistere e anche di essermi amica perché mi ha aperto un mondo. Un universo prezioso.

Qualche giorno fa sul suo blog c’era un pezzo che mi ha colpito molto. Mi ha fatto pensare. L’ho letto e riletto. E sempre più mi sono immedesimata in quella mamma, in Marina Cometto, che ha dedicato la sua vita alla figlia affetta da una rara malattia.
E ora che l’età avanza si chiede: “Che sarà dopo di noi?

E aggiungo io: “Si può sperare nella morte della propria figlia come IL MEGLIO PER LEI, ed evitare così che, dopo la morte dei genitori, sprofondi nell’oblio di questa società?”

La risposta l’ha data la stessa Marina:”NO, la la morte non potrà mai essere il meglio per mia figlia dopo di noi”.

Un articolo triste? Affatto. Anzi, paradossalmente è pieno di ottimismo. Ma fa riflettere. Almeno su di me ha avuto questo effetto.

Vi invito a leggerlo. Questo il link: LA CERTEZZA DI UNA MADRE

 

15 risposte a “Viva la mamma, ma viva soprattutto certe mamme!

  1. @CriCri: ti consiglio davvero , se hai un attimo di tempo, di andare a leggere il post del 14 marzo del blog Mammafattacosi’ “Giu’ il muro.Lo sguardo degli altri” e soprattutto tutti i commenti e le risposte di Barbara, che per me sono state veramente utili…certo e’ il “suo” punto di vista e la “sua” esperienza, ma a me e’ servita davvero tanto per analizzarmi e per capire meglio cosa doveva cambiare nel mio atteggiamento…e poi ho letto le parole di Marina ed ho ritrovato lo stesso messaggio…
    Per quanto riguarda il discorso di ginger io credo che la teoria sia molto diversa dalla pratica. Razionalmente condivido il suo pensiero, ma credo che una volta che fai la prima ecografia e senti un cuoricino battere dentro di te, forse e dico forse anche la tua visione della vita camia perche’ quello e’ tuo figlio la creatura che amerai di piu’ al mondo per sempre…quindi bisogna trovarsi nelle situazioni e comunque ammiro chi ha avuto il coraggio di portare avanti la gravidanza consapevole di quello a cui andava incontro

  2. @Marina. Mi unisco a Maria nel ringraziarti, e veramente tanti complimenti per la tua forza.
    Io come Cricri, mi sentivo molto inadeguata, distoglievo lo sguardo, pensavo che un mio sorriso avrebbe offeso, non il bambino che peraltro quando lo facevo rispondeva al mio sorriso, ma i genitori che in quel momento lo accompagnavano . Poi qualcosa cambiò. Cambiò quando conobbi un ragazzo autistico, invitai i suoi a casa mia, ed ero un po’ preoccupata. Come devo comportarmi? Mi avevano detto che quando aveva giornate buone, era adorabile, ma all’improvviso poteva cambiare e scatenare anche fatti pericolosi (in un suo “attacco” ha rotto il naso al padre.) Venne a casa mia e appena lo vidi ebbi sensazioni…non so neanche io spiegarle…ma positive…buone. Era un bel bambino, (se non parlava non avresti mai detto che avesse un problema) appena entrato in casa mi salutò: “Ciao Carmela” il padre gli aveva detto di salutare Carmela. Resa più audace dalla mia sensazione, mi avvicinai, lo salutai chiamandolo per nome e senza nessuna remora gli sorrisi e lo baciai. Non vi dico che emozione, mi guardò e mi sorrise, ho ancora i brividi a quel ricordo, un sorriso non con le labbra, ma attraverso i suoi occhi che mi guardavano, lessi tante sensazioni, tutte bellissime. Non riesco comunque a comunicare esattamente quello che mi successe.
    Il sorriso di quegli occhi! Mi rimarrà sempre nel cuore.
    Da quella volta mi viene molto più facile salutare, sorridere e mi è capitato anche di scambiare due chiacchiere al supermercato con una mamma con il suo bambino in carrozzina.(una persona che comunque non conoscevo). Credo che l’essermi sboccata dipenda dal fatto che ho conosciuto un bimbo speciale. Si è chiusi verso quello che non si conosce.

  3. @SilviaFede: io mi sento sempre inadeguata. Sono tra le persone che gira lo sguardo per non incrociarlo. Non è cattiveria davvero ma proprio xkè non so mai se un mio gesto urti la loro sensibilità. Per il sorriso vedi pensavo fosse l’opposto. Tra me e me dicevo ma non è che pensano che voglia sminuire il problema o peggio che li voglia deridere? Non pensavo che potesse far piacere. Ma probabilmente è un mio problema. E dire che alle mie figlie dico sempre l’opposto che siamo tutti uguali.
    Sono una vigliacca lo so. Credo che probabilmente il mio comportamento sia dettato dal fatto che la penso come ginger70. Non penso che saprei gestire una situazione così. O forse quando ti ci trovi l’affronti e basta.
    Scusate non vorrei aver urtato la sensibilità di qualcuno….marina in primis.

  4. Io da tempo sono lettrice fissa di un altro blog mammafattacosi’ (una volta anche su questo blog e’ stato pubblicato un post bellissimo) anche lei parla di diversita’, della sindrome di down e mi ha aperto gli occhi su tantissimi pregiudizi e preconcetti che ognuno di noi si porta dietro…ho avuto voglia di scriverle per capire meglio, soprattutto per sapere cosa sente e pensa chi vive un’esperienza simile e cosa si aspetta dagli altri…beh anche lei come Marina e’ d’accordo che un sorriso e’ sempre la migliore reazione, gli sguardi pietosi, le persone che addirittura distolgono lo sguardo, quelli che fissano troppo a lungo, quelli che dicono frasi sciocche e di circostanza non servono a nessuno…a chi sta male, ai familiari e nemmeno alla societa’ intera…
    Un sorriso sincero e se possibile la voglia andare oltre la diversita’ sono sempre la strada migliore…ora cerco di farlo sempre anche quando vado di fretta, anche quando sono presa dai miei pensieri, la mia amica Barbara mi ha ricordato che un gesto banale a volte puo’ essere importante…

  5. @Marina: grazie per averci lasciato il tuo contributo. E complimenti per la forza con cui lotti per ottenere quelli che sono “diritti”

  6. non so Maria sinceramente se questa è vita sia x la madre e padre che per la figlia, scusate la brutalità ma io non lo avrei messo al mondo, pensate pure che sono cattiva e egoista ma io non avrei avuto al forza en èpsicologica ne fisica x farlo, sempre detto che se esito della amniocentesi qaundo ero incinta fosse stato che aveva qualche problema non lo avrei tenuto prorpio perchè io avevo già 40 anni e di conseguenza anche i miei genitori quindi i nonni non ce la potevano fare.
    ammiro cmq questi genitori hanno sicuramente piu forza morale e fisica di me.

  7. riflettere è dir poco. Su queste tematiche ci sono delle lotte pazzesche ed è vergognoso. Per certi aspetti nella nostra regione sono tematiche trattate con sensibilità ma la dedizione e l’amore di un papà e una mamma sono ineguagliabili. Mi ha colpito molto come hai detto tu Maria l’ottimismo di Marina. Che dire possiamo solo imparare e ammirare una famiglia così.

  8. Maria ho letto l’articolo, tristezza e ottimismo che si scontrano. Questa società purtroppo non è pronta! Non è pronta alle diversità, non è pronta al l’omosessualità non è pronta al “diverso”
    Mio marito come tu sai celiaco una patologia non grave ma non da sottovalutare, eppure ancora senti dire: Vabè ma che fa se mangia qualcosa mica sta male?!?” Purtroppo non so se l’ignoranza o la paura del ” diverso” ma! Penso solo chi ha il problema più o meno grave può capire DAVVERO.
    Mi auguro che questa mamma riesca a vincere la sua battaglia, un abbraccio

  9. tristezza ? no? la mia è una lettera piena di vita, di speranza e di consapevolezza che nessuno potrà spegnere mai. Tutti sognamo figli sani , felici, che realizzino i loro sogni, spesso però non è così , come nel caso di mia figlia, che ha una malattia rara e devastante la Sindrome di Rett, le bimbe nascono apparentemente sane , poi inizia il declino, che in Claudia purtoppo ha fatto coppia con l’incompetenza medica, con una società chiusa, per timore spesso, ma chiusa, e noi famiglie disabili abbiamo bisogno di sorrisi, di positività, di amici. Mi fermo qui , saluti a tutti, se vedete una persona in carrozzina, che non risponde e non parla, sorridetele , non compatitela .ciao.

  10. @Maria: ora come ora ti dico che leggo spessissimo questo blog (tant’è che giorni fa avevo postato anche un link x aprire un dibattito che effettivamente non c’è stato) ma adesso devo riflettere su quanto scritto perché è un tema delicatissimo. Non vorrei pentirmi scrivendo di getto. Voglio prendere tempo.

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