Mio figlio è balbuziente? I consigli della psicologa

francesca_santarelli_2Qualche giorno fa al parco ho incontrato una mamma preoccupatissima. Suo figlio aveva spento già la terza candelina, ma parlava poco, male e quando si sforzava sembrava quasi balbuziente.
La mamma faceva il paragone con Luca e con gli altri bambini che vedeva al parco ed era piuttosto in tensione.
Le ho chiesto: “L’hai portato dalla pediatra?”
Mi ha risposto: “Sì e mi ha detto di aspettare”.
Io: “Bene, allora non mettere fretta al piccolo, non essere ansiosa e soprattutto non fare paragoni. Ogni bambino ha i suoi tempi. Alcuni camminano prima di altri, alcuni tolgono prima il pannolino, alcuni parlano prima. Ma con calma ci arrivano tutti. Hanno una vita davanti per perfezionare tutto”.

Mi ha sorriso. “Fai in fretta tu a dirmi di stare tranquilla. Se fossi tu al mio posto non saresti preoccupata?”

E allora mi sono chiesta: quando è il caso di allarmarsi? Se il bambino parla male, s’inceppa ad ogni parola, fa fatica ad esprimersi, fino a quando dobbiamo aspettare e quando dobbiamo prendere provvedimenti?

Ho girato questa domanda alla nostra psicologa amica, la dottoressa Francesca Santarelli.

Ecco cosa ci consiglia:

“Ogni bambino, ricordatevelo bene, ha i suoi tempi e modalità nell’acquisire nuove abilità,tra cui anche il linguaggio e in ogni fase di sviluppo, attraversa delle “sotto-fasi” che spesso fanno solo da ponte per una maggiore sicurezza di cio che sta imparando a fare.

Quando parliamo dell’acquisizione del linguaggio, questa è una premessa fondamentale a mio riguardo e in genere, anche la fase del balbettare può far parte di quanto vi ho appena detto.

Ma prestiamo attenzione a quando ciò diventa invece un problema da valutare piu approfonditamente.

La balbuzie infantile rappresenta una tappa della graduale acquisizione del linguaggio che si verifica, in genere, tra i 12 mesi e i 3 anni. In particolare, l’età media di comparsa della balbuzie infantile è attorno ai 33 mesi. Non bisogna quindi allarmarsi se, in questa fase, il piccolo spezzetta, ripete o prolunga le sillabe che formano le parole: si tratta, infatti, di disfluenze più o meno tipiche che solo lo specialista può valutare adeguatamente. In 4 casi su 5 la balbuzie infantile si risolve in modo spontaneo entro, al massimo, 5 anni dal momento della sua comparsa e, nel 75% dei casi, addirittura entro i primi 3 anni. Ciò non toglie che si tratti di un fenomeno che va seguito con attenzione e tenuto sotto controllo sin dalle sue prime manifestazioni. Si tratta di un problema più frequente nei maschietti, caratterizzato da una forte ereditarietà, che in alcuni casi può regredire per ripresentarsi in età adolescenziale.

La ricerca scientifica ha ormai acquisito evidenze significative a favore di una predisposizione alla balbuzie che nei primi anni di vita incrocia altri fattori più o meno determinanti: linguistici, ambientali e psicologici. Ciascuna di queste variabili va a influenzare i processi di controllo motorio del sistema pneumo-fono-articolatorio. In particolare eventi destabilizzanti quali la nascita di un fratellino, la separazione dei genitori, difficoltà di inserimento a scuola tendono a favorire il manifestarsi del problema.

Se la balbuzie infantile persiste o compare dopo i 3 anni d’età (più spesso intorno ai 5-7 anni) si ha invece a che fare con un effettivo disturbo del linguaggio e della comunicazione (balbuzie conclamata) che necessita di un trattamento specifico: tra le tipiche manifestazioni in questo caso rientrano la ripetizione di parole o di loro parti, blocchi durante la produzione del linguaggio, allungamenti di suoni o sillabe iniziali o intermedi delle parole pronunciate e movimenti associati, oltre che reazioni secondarie negative come rabbia, vergogna e paura di sbagliare.

Si tratta di un problema più frequente nei maschietti, caratterizzato da una forte ereditarietà, che in alcuni casi può regredire per ripresentarsi in età adolescenziale. È importante, inoltre, sapere che il bambino che balbetta “sa con precisione ciò che vorrebbe dire, ma non è in grado di dirlo a causa di arresti, ripetizioni e prolungamenti involontari”.

Fino a 5 anni, considerando che la tendenza a balbettare ha in questo caso a che fare con un periodo di “rodaggio” del linguaggio che per lo più si supera con la crescita, è importante che i genitori non diano  troppo peso alla questione seguendo alcuni semplici consigli: evitare di interrompere il piccolo mentre parla, non sgridarlo o mostrarsi divertiti quando balbetta, non metterlo in imbarazzo davanti agli estranei. Verso i 6 anni, l’atteggiamento comprensivo e incoraggiante dei genitori, pur continuando a svolgere un ruolo essenziale, va supportato dall’intervento di un professionista specializzato in diagnosi e trattamento della balbuzie”.

Per appuntamenti  con la dottoressa Francesca Santarelli, o info, potete visitare il sito Internet del suo studio: www.studiosantarellidecarolis.com 

3 risposte a “Mio figlio è balbuziente? I consigli della psicologa

  1. Salve,
    sono un padre con lieve balbuzia, mio figlio un bel giorno d’estate ha iniziato a balbettare e ad oggi che ha 3 anni e mezzo il problema si è accentuato, io che ci sono passato, che ho vissuto i disagi, ho sperimentato logopedisti di ogni tipo… sò di cosa sto parlando, ne ho coscienza e conoscenza pur non essendo un medico…
    Vado dalla pediatra e mi sento dire di non preoccuparmi e che passerà… ed io mi innervosisco ancor più ben sapendo che la dottoressa non sa di cosa parla, un lieve problema potrebbe passare, non passerà da solo se invece tuo figlio prolunga le vocali all’infinito, alcune parole che iniziano con consonanti particolari non riesce a pronunciarle, inarca il collo, gonfia le vene del collo e si fa rosso come un peperone, ed io ci sto male sia per l’ereditarietà del problema sia per quello a cui andrà incontro nella vita!
    Ora è piccolo e non posso fargli capire che deve fare una uan respirazione corretta con il diaframma che deve rafforzare il carattere ed essere meno emotivo, ma credetemi… non aspetterò con le mani in mano, e no ncredete ai pediatri la maggior parte non carpisce l’entità del problema.

  2. Filippo balbetta. O meglio……è come se prendesse la “rincorsa” sulla prima lettera…..così: LLLLLLLLLLE ali della farfalla sono belle. AAAAAAAAAAAARCOBALENO colorato…
    E’ iniziato quando a 23 mesi è stato gravissimo, in fin di vita, in ospedale…..e da lì ogni tanto viene fuori….non sempre nei momenti di disagio, basta un momento particolare emotivamente, un’emozione, stanchezza…..
    Il pediatra ci ha indirizzato da una psicologa infantile, che ha confermato la nostra idea: è una balbuzie traumatica…e lui inconsciamente ha adottato questo meccanismo, cioè anche se non si verifica un trauma la balbuzie “scatta” in lui come autodifesa.
    La cosa che fa strano è che lui ha iniziato a parlare a 13 mesi, e parla benissimo per la sua età, con una proprietà di linguaggio notevole, sia per ricchezza di vocaboli che per proprietà nell’usare i verbi…insomma……un controsenso quasi??? Non so….ma è il mio cruccio e non so che fare….
    Ora a 4 anni…….passerà per i 5?

  3. Vorrei riportare la mia, seppur brevissima, esperienza con la mia grande. Premetto che Vanessa ha parlato prestissimo ma prestissimo veramente (in compenso ha iniziato a camminare a 15 mesi) con frasi fatte e pochissime parole incomprensibili. Lei e sua sorella si portano 2 anni e 5 mesi. Quando ero incinta della seconda stavo tentando di toglierle il pannolino, verso i 2 anni e 2 mesi, per evitare di avere troppi pannoli da cambiare poi. Beh solo dopo 2 giorni ha iniziato a manifestare problemi di espressione. Balbettava le parole più semplici e le frasi fluide che diceva erano un ricordo. Ho subito chiamato la pediatra la quale conoscendola e sapendo quanto parlasse mi ha semplicemente fatto una domanda: “cosa è successo di diverso rispetto ad alcuni giorni fa?” Io candidamente “ma nulla…ho SOLO iniziato lo spannolinamento”. Lei tranquilla mi ha risposto: è un disagio che sta manifestando. Troppi cambiamenti in così poco tempo (la mia pancia era enorme) la stanno destabilizzando. Devi fare una scelta che per molti può essere controproducente ma io te la consiglio vivamente. Rimetti il pannolino e lasciala tranquilla e rimanda a dopo il parto. Per te sarà dura ma per la bambina sarà una cosa naturalissima. Non è lei che ha problemi, anche se ti sembra pronta, ma il suo subconscio che manifesta questo disagio. Io ho seguito il suo consiglio e dopo un paio di giorni il problema si è risolto da se. Il suo parlare a mitraglietta era tornato normale e le sillabe scandite alla perfezione senza intoppi. Non vi immaginate le critiche per il fatto del pannolino rimesso. Per me in quel momento era più importante che non balbettasse e non che se la facesse addosso. Per la cronaca ha tolto il pannolino in pieno inverno in 2 giorni e dopo una settimana anche di notte. Senza traumi (questa volta però senza tornare indietro). Ovviamente la mia era piccolina ed il suo balbettare era dovuto ad uno stress emotivo, penso che se avesse avuto più di 3 anni mi sarei preoccupata molto di più.

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