Quali sono le principali mancanze dei genitori? Parla Tata Lucia

Lucia Rizzi, conosciuta dal grande pubblico più come Tata Lucia, ospite di Federica Panicucci, a Mattino Cinque, ha svelato il segreto di tutti i segreti: come e cosa fare per avere una famiglia felice e cosa manca ai genitori del nuovo millennio per esserlo.


“Il segreto di una famiglia felice è aver voglia di fare una famiglia felice. Perché la famiglia è una costruzione e la felicità è una buona abitudine. E se siamo soddisfatti di come impieghiamo il nostro tempo, allora anche i nostri figli saranno soddisfatti”.
La Tata ha anche parlato di “tempo di qualità” dicendo che “ultimamente molti si riempiono la bocca con questa frase, ma noi tutti non ci rendiamo conto che siamo caduti talmente in basso che ogni minuto della nostra vita è un tempo di qualità, proprio perché siamo vivi. Ed è tempo di qualità anche lavare una tazzina di caffè in compagnia del proprio bambino perché gli si può dire: “Ma che buon caffè mi ha preparato papà”

Quali sono le principali mancanze dei genitori?
La Tata ha risposto: “Non mettono più la famiglia, la convivenza, lo stare insieme al primo posto. Ora ci sono altri obiettivi, come la carriera e altre distrazioni. Invece, poiché la famiglia si basa su degli affetti profondi, su delle emozioni (e anche la felicità è una emozione), dovremmo rivedere queste priorità e guardarci un po’ di più dentro”.

Che ne pensate?

Io credo che il discorso sia molto più articolato e non si può comprimere in una frase. La felicità è cosa ben più complessa, è fatta di tanti piccoli momenti preziosi. E’ facile da raggiungere in alcuni istanti, ma difficile da mantenere.
Ma è giusto così, perché proprio i momenti difficili sono quelli che ci fanno apprezzare ancora di più quelli belli.

E sulle mancanze dei genitori si potrebbe aprire un vero e proprio dibattito. E’ vero le “famiglie moderne” hanno anche altri obiettivi, altri scopi. Le mamma altre ambizioni oltre ai figli, come il lavoro.
Ma chi ha detto che le mamme di una volta, quelle che si dedicavano solo e soltanto alla famiglia, erano più felici?

Non so…

13 risposte a “Quali sono le principali mancanze dei genitori? Parla Tata Lucia

  1. ransie non ti crucciare, se dorme accontentati!
    se invece per te e’ una cosa troppo importante, e lo capisco, prova a leggere il libro di Tracy Hogs, non quello sui neonati, ma quello sui problemi dei bambini.
    quanti anni ha la tua bimba?

  2. Vale82: non ho letto nulla dei 3 autori che nomini, anzi a parte Estevill di cui ho tanto sentito parlare degli altri due non conoscevo l’esistenza! Rispetto sempre in pieno ciò che dissi e che tu hai riportato e anche se su alcuni aspetti mi è difficile essere “rigida” con mia figlia, su tanti altri aspetti invece vado fiera per come la vedo crescere. Un punto su cui non sono ancora riuscita ad averla vinta è proprio il dormire nel proprio letto e più cresce più mi diventa difficile. Infatti se da piccola si faceva quasi tutta la notte in culla, nella sua cameretta, e poi solo le ultime 2 / 3 ore restanti prima della sveglia insieme a noi sul lettone ora invece la passa praticamente tutta con noi! Se ha un sonno profondo riesco ad “imbrogliarla” e metterla in culla finchè poi non si sveglia e si rende conto di non essere con me e poi sono in “trappola” e vorrei tanto invece avere la forza fisica di stare insieme in cameretta e farle capire che non è da sola comunque. Sono fiera di lei quando vedo che vuole fare tutto da sola e si impegna per davvero! Durante il bagnetto si lava tutto il corpo seguendo le mie istruzioni, ha imparato a mettersi le mutandine da sola prima dei 2 anni chiedendomi solo se il fiocchetto andava davanti, scende dal water da sola e apre l’acqua del bidet per farsi lavare ma non prima di essersi assicurata che scorra l’acqua calda! Di aiutarla a mangiare non se ne parla e di tante altre piccole cose che mi fanno capire quanto sia indipendente. Ma nella nanna proprio no…..ed è un cruccio grande così.

  3. io penso che molti fraintendano il metodo di Tata Lucia, e lo confondano con quello di Estvill o peggio ancora con quello di Ferber.
    Tata Lucia dice di tenere i bimbi nel loro lettino ma io non leggo che dice di ignorare il loro pianto.ci sono tanti modi di non ignorare un pianto, lei dice di non prenderli in braccio per fargli capire che di notte si dorme, ma dice di mettersi vicino al loro lettino. Alle mie figlie questo e’ sempre bastato.se si svegliano mi corico in un letto nella loro camera a fianco del loro lettino con le sponde, le accarezzo, ecc…ma non le prendo in spalla.non piangono, sanno che cisono, e cercano da sole con i loro mezzi (ransie ha ragione quando dice che l’autonomia e0 il miglior regalo che possiamo fare ai ns, figli)certo perdo piu’ sonno cosi’, probabilmente in spalla o nel lettone si sarebbero sempre riaddormentate prima, molto prima, ma non da sole, non con i loro mezzi.
    estvill e’ un metodo duro ma non estremo per insegnare ai bambini che non hanno mai avuto un’abitudine al sonno dove e come ci si addormenta, facendoli piangere ma andando da loro a intervalli regolari, ma prima ancora creando un’abitudine al sonno, un rituale, ecc…
    ferber li fa piangere e basta.direi che sono cose molte diverse.
    con la mia prima figlia,per colpa delle coliche, si e’ abituata a dormire solo in spalla.a 5 mesi eravamo stremati, non c’erano tetta ne’ ciuccio ne’ lettone che tenessero (la culla non la voleva neanche vedere), doveva essere in spalla.avete idea di cosa vuol dire passare la notte a cullare una bimba di 5 e poi 6 e poi 7 kg in giro per casa, e se la corichi anche a fianco a te dopo 15 min e’ gia’ sveglia e il giretto ricomincia? e cosi’ ogni notte?Pensate che lei fosse riposata alla mattina? non lo eravamo noi, ma nemmeno lei!
    abbiamo adottato il metodo estvill e ci ha cambiato la vita. creare un rituale, insegnarle a dormire nel suo lettino e ad addormentarsi da sola soprattutto.
    non nego che se fosse bastato farla dormire nel lettone, mi sarebbe andato bene lo stesso.ma cosi’ non era, la situazione era intollerabile.
    certo ne abbiamo tratto giovamento noi, ma lei in primis.svegliarsi ogni 15 min non fa essere riposati noi durante il giorno, ma nemmeno i bambini! quindi la decisione e’ stata per lei e per noi, non solo per noi.
    ma molti parlano senza sapere che il metodo estvill prevede tempi molto stretti e precisi in cui si torna dal bimbi a farsi vedere, non farlo piangere e basta.credo sia molto diverso.quella sottile differenza che lo fa differenziare da Ferber.
    poi ci sono stati momenti difficili, i dentini, le influenze, l’inserimento al nido.se si svegliava io c’ero, ma non prendendola in spalla, coricandomi a fianco a lei. ora e’ una bimba serena e autonoma, che sa che puo’ contare su di noi ma anche sulle proprie forze!

    con la secondo bimba non c’e’ stato bisogno, ho solo seguito Tracy Hogg nel suo metodo di routine, essendo la mia seconda bimba molto indipendente(non voleva dormire in spalla, ne’ addormentarsi in spalla, strillava finche’ non la mettevamo giu’) e con una routine e orari di pasto e di sonno molto precisi fin da subito.
    e’ bastato quindi solo assecondarla con il metodo easy di tracy Hogg, e se ora si sveglia di notte per vari motivi, io ci sono sempre, a fianco del suo lettino, con carezza, manina, ecc…

    confesso che se avessi saputo prima dell’esistenza di Tracy Hogg, avrei provato ad applicarlo anche con la prima bimba, (anche se dare una routine a una bimba che mangia ogni ora perche’ nata piccola per la nanna, che e’ un po’ diverso da quello di Estvill, piu’ soft ma cmq deciso (chi ha letto puo’ capirmi).
    ma poco cambia. quando si insegna ai bimbi a dormire e’ stremante e stancante, si perde sonno, ma tutti poi ne traggono giovamento.

  4. Cara Olivia…nei tuoi ultimi commenti ho letto tanta tristezza e un pò di insoddisfazione per come vanno le cose in famiglia. Dai litigi furiosi col tuo compagno di cui parli durante la gravidanza, essa stessa vissuta male, tu che non sei una persona solare e ora che fai intravedere tra le righe, anche qualche difficoltà tra te e il padre di tuo figlio. Può darsi che mi sbagli, e lo spero, ma l’amore fa superare tante cose se solo lo si vuole e ci si impegna. Sottolineo…se lo si vuole…senza imporre nulla.

  5. nonostante i miei piccoli egoismi , cerco di dedicare tutti i pomeriggi a mio figlio, lavorando part-time ma ogni tanto un pò di sana solitudine non mi dispiace..non inseguo il sogno di una famiglia felice ma certamente la serenità di mio figlio viene al primo posto nelle priorità ed è ovvio che abbia influenzato le mie scelte sentimentali…il timore che un allontanamento dal padre possa anche minimamente sottrarre del tempo a loro due insieme mi fa desistere da qualsiasi decisione diversa..per ora… 😉

  6. Rensie, le tue son sante parole. Condivido in pieno tutto cio che scrivi perche anche io sono nella stessa esatta condizione. Dalla A alla Z. Una mamma vedova a 30 anni, con 3 figli di 2,4,7 anni. Un lavoro precario. Una casa di 400mq e un giardino di 300mq che si curava tutti i giorni da sola. Io non mi ricordo neanche una partita a scopa con lei, per esempio. Ma non e’ colpa sua. E’ riuscita pero a farci fare tutto, dallo sport alla musica, dai viaggi alla settimana bianca ogni santo anno, dagli studi universitari. Tutto con un solo unico stipendi da impiegata statale.
    Magari io riuscissi a fare la meta’ di quelle cose….E invece….Anche secondo me l’ideale sarebbe un lavoro part time, per dare la possibilita ad una donna (parlo di me) di poter sia svagare in un ambiente di lavoro, sia per darle la possibilita di godersi ed occuparsi dei figli con piu tranquillita….Ma anche io ormai sono sola (ok, non vedova) e il lavoro seppur di cosi tante ore me lo devo tenere stra-stretto, se no come faccio????

  7. Pur apprezzando molto Tata Lucia a volte credo che tende a schematizzare molto le situazioni. Per noi mamme lavoratrici, per scelta o per necessità, è dura. La felicità va coltivata ogni giorno e la mia felicità sono mio figlio e mio marito per i quali faccio felicemente i salti mortali per essere una buona madre e una buona moglie.
    Per adesso che mio figlio è piccolino ho smesso di fare tante cose (x es. la palestra) perchè quando non lavoro voglio stare con lui. Io credo che anche se oggi corriamo tanto siamo più consapevoli della famiglia, perchè scegliamo di averla (poi ci sono sempre le eccezioni): i figli li desideriamo e non li mettiamo al mondo per un ruolo come era invece una volta quando la donna come dice @Mimi doveva stare a casa per fare i figli e accudire il marito, era la regola. Non credo che a tutte le donne però stava bene questa condizione. Inoltre molto spesso i bambini non erano seguiti come succede oggi.
    Penso che se siamo soddisfatti noi genitori riusciamo a trasmettere serenità anche ai nostri bambini.
    Per quanto riguarda l’espressione “tempo di qualità” penso anche io che non significhi niente, stiamo tutti insime condividendo le situazioni: uscite, cartoni, le faccende di casa, il parco giochi e quando è possibile lo shopping, insomma la vita di famiglia.

  8. Matthew: nel corso di questi mesi ho imparato ad apprezzare sempre più i tuoi commenti, sei una persona equilibrata e sensata e ciò che esprimi lo fai sempre in maniera così educata e delicata che nessuno, penso, potrebbe mai flagellarti per quello che scrivi! Ad ogni modo penso anche io che per avere una famiglia felice, o quantomeno serena, bisogna impegnarsi tutti i giorni perchè non è che basta volerlo e si raggiunge l’obiettivo, poi bisogna anche mantenerlo! Quando ripenso alla mia infanzia, a mia madre..mi viene un pò di tristezza. Non perchè sia stata infelice ma perchè non ho neppure memoria di grandi momenti di felicità! Sono l’ultima di 5 figli e alla mia nascita mia madre aveva appena 30 anni…. ha sempre fatto la casalinga, ma anche se mio padre non le ha mai permesso di lavorare (mentalità d’altri tempi, retrograda e frustrante) non credo che con 5 figli dai 12 ai zero avesse molta altra scelta. Probabilmente la sua infelicità con una vita piena di difficoltà, economiche in primis, e l’impegno di 5 bambini, si è un pò trasferita anche in ognuno di noi. Mia madre ha perso la sua che aveva 3 anni e lei non ha mai conosciuto l’amore di una mamma e non posso colpevolizzarla se anche io ricordo pochi abbracci o pochi baci. Sta di fatto che non li faccio mai mancare a mia figlia e che mi capisca o no ogni mattina le dico che le voglio un bene dell’anima e quando le chiedo se mi vuole un pò di bene mi risponde “co tutto core” – non sa ancora cosa vuol dire amare con il cuore ma è bello sentirselo dire perchè lei lo sente da me e dal papà. E comunque, per finire il poema…, sono una mamma lavoratrice per necessità, se potessi permettermelo preferirei un part time per 2 motivi: sentirmi partecipe degli introiti in famiglia (non sarei mai capace di farmi mantenere) e soprattutto per dedicarmi alla famiglia nel restante tempo e non avere le ore risicate alla sera dove si concentra tutto e si rischia di non combinare nulla in termini di qualità per tutti.

  9. Bisognerebbe poter tornare indietro nel tempo e chiedere alle mamme di una volta “Siete felici?”.
    Io non credo che lo fossero, almeno non tutte. Molto dipendeva anche dal rapporto che avevano con il marito e all’interno della famiglia.

    Tempo fa ho visto un documentario sulla donna negli anni 50/60/70. A una donna degli anni 50/60, che aveva appena avuto un figlio, il giornalista chiese “Lei lavora?” e lei rispose “no”. Il giornalista chiese perché, e lei rispose che dopo sposata il marito le ha fatto lasciare il lavoro. A quel punto il marito ha detto che il posto della donna è a casa e le solite balle maschiliste dell’epoca.
    Il giornalista ha chiesto quindi alla signora se era contenta di stare a casa senza lavorare. Lei ha risposto “Sì” ma si vedeva che pensava “No”. Era un sì poco convinto. Ha detto che era cmq bello stare col bambino. Ma si vedeva che era un sì di circostanza.

    Mia nonna per esempio lavorava, poi ha smesso (e non perché nonno lo imponesse). Ma non ha mai dovuto pietire i soldi per la casa. Nonno lavorava e i soldi che guadagnava li metteva in mano a nonna. Lui se ne teneva solo una parte per le sue cosine. Nonna gestiva tutto il resto. E sono morti lasciando due appartamenti di proprietà. Altre donne magari dovevano stare a elemosinare i soldi al marito – e succede ancora oggi che donne che non hanno lo stipendio debbano stare lì a dire “Mi dai 20 Euro per la spesa?”. Molto dipende anche dal marito.

    Poi magari ci sono ancora oggi donne cui non pesa lasciare il lavoro per dedicarsi alla famiglia e allora sono contente perché è stata una LORO decisione, non un’imposizione dall’alto del paio di pantaloni che hanno sposato.

  10. Grande Tata Lucia! Stranamente concordo con quanto detto anche se il discorso non è esaustivo…come dice Maria ci sono tante componenti e non è che la felicità la si raggiunga e diventi un dato di fatto, come una piantina la famiglia va coltivata e piu cura ci si pone più è probabile che arrivi a felicità…poi non sempre le cose vanno come si vorrebbe…
    Il problema sorge quando si pensa ai propri interessi… quando anche un singolo elemento della famiglia tende a mettere se al primo posto… Tipo la mia ex quando ha iniziato a parlare di tempo di qualità…. ah ah ancora mi fa ridere questa espressione!!! Lei non era sodisfatta pechè nella famiglia non trovava realizzazione mentre la trovava nel lavoro…nel primo che le faceva n complimento per quanto era brava…una amma che lavora a casa ed in ufficio… Ora vedo il suo tempo di qualità… appena può “piazza” i bimbi dove può e si concee il suo tempo… visioni diverse di vita.
    Maria: la domanda se le mamme di unavolta erano piùfelici…dipende dalle proprie ambizioni… una puo essere felice se fa la mamma casalinga quanto una che f la mamma lavoratrice.. l’importante e che si senta realizzata e sostenuta dala famiglia allora anche la famiglia è felice… se cosi non è una può fare i salti mortali..arrivare a casa stanca dal lavoro ed ancra trovare insoddisfazione nella famiglia…
    Avanti…flagellatemi!

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