Tutti a nanna! Occhio però ai nemici del sonno dei nostri bambini

Oggi con la nostra Psicologa Amica, la dottoressa Francesca Santarelli, affrontiamo un tema che io definisco “evergreen”, ossia uno di quArticolielli su cui si potrebbe parlare e discutere per una vita intera e non trovare mai un punto di accordo: la nanna del bambino.

Le scuole di pensiero sono diverse: c’è chi predilige il metodo “Estivill”, abbracciato anche dalla Tata Lucia, quindi bimbi a nanna, da soli e nella loro stanza.
C’è chi, invece, ha più feeling con il co-sleepeng, quindi tutti insieme appassionatamente nel lettone, almeno nei primi tempi.
C’è chi preferisce tenere sì il figlio in camera, ma in letti diversi.
E c’è poi chi, preso dalla disperazione, prova tutti i modi e adotta quello che  lo fa sopravvivere meglio, quindi adotta la tecnica del compromesso.

E’ facile dire qual è la cosa più giusta da fare. Difficile però metterla in pratica, soprattutto quando la stanchezza prende il sopravvento.
Eppure ci sono dei riti che aiutano a lasciarsi andare tra le braccia di Morfeo e delle attività nemiche del sonno dei nostri bambini.

La  dottoressa Santarelli ci dà dei preziosi consigli su cosa fare e come fare per portare a letto i bambini nel migliore dei modi: 

“Di sonno e stanchezza i nostri cuccioli ne avrebbero da vendere, ma si sa: dormire non è esattamente la loro attività preferita!
Per loro, addormentarsi significa ogni volta, staccarsi da mamma e papà e andare incontro all’oscuro ignoto, come se fosse una sorta di perdita del controllo. E cosi, l’ora di andare a nanna, in molte famiglie, diventa un’impresa ardua da vivere ogni sera.
Fin dai primi mesi tutti i bimbi sono già capaci di addormentarsi da soli, eppure quest’abilità sembra scomparire la maggior parte delle volte man mano che crescono, forse, come diciamo noi “esperti del settore”, perché noi adulti facciamo fatica a essere costanti nel creare le condizioni adatte a una buona educazione del sonno.
La stanchezza e le nostre innumerevoli notti in bianco, spesso sono i primi nemici affinché ciò accada.
Lo so che si parla tanto di questo argomento e che si legge un po’ di tutto in giro e non voglio condannare nessuna di voi mamme se fate fatica a seguire le teorie sull’addormentamento (anzi, avete la mia massima solidarietà!) e ogni sera ormai arrese, cedete a lettino, lettone e simili…
Ma ahimè, fare il mio lavoro in questi casi non è facile, ma concedetemi giusto qualche piccolo suggerimento per chi, ancora, è alle prime armi con questo importante rituale o per chi non si è ancora arresa o le sta tuttora provando tutte!

È molto importante innanzitutto mettere fin da subito il neonato in una stanza tutta sua, in uno spazio separato dal vostro, in cui cominciare a familiarizzare con luci, odori e oggetti che lo accompagneranno nella crescita. Questo spazio in futuro, lo potrà vivere, passarci del tempo da solo o con mamma e papà per giocare insieme e non essere solo il luogo dove si va a dormire.
Anche i famosi rituali della messa a nanna si sa, sono rassicuranti e importantissimi per il piccolo, che assocerà a quei gesti, il significato di “saluto al mondo” e di preparazione ad accogliere il mondo dei sogni.
Ogni famiglia ha le sue abitudini, ma di solito coincidono con il bagnetto, il mettere il pigiamino, dare la buonanotte ai giochi, leggere un libro insieme.
Quando le cose non sono cosi semplici e le ore di sonno accumulate cominciano a essere tante e pesanti da sopportare, anche in previsione della giornata lavorativa che poi si dovrà affrontare, è facile che siano spesso gli stessi genitori stremati a mettere in atto delle strategie di sopravvivenza che però alla lunga, costituiscono i peggior nemici della nanna dei piccoli.
Ebbene sì, lo sapete anche voi: il lettone per esempio! Al di là di ogni considerazione sui pro e contro che comporta, trasmette un messaggio a volte ansiogeno al piccolo: se il bambino arriva sostenendo di voler dormire con mamma e papà perché ha paura e viene accolto tra di loro invece che essere riaccompagnato nel suo lettino, è come se gli adulti gli confermassero che fa bene e ha ragione ad aver paura, invece che aiutarlo a superarla. Come se in qualche modo, gli convalidassero questa abitudine.
Un altro errore molto frequente, è quello di far addormentare il bimbo dove capita per poi essere trasportato nel suo lettino senza che se ne accorga. Anche in questo caso, quello che è controproducente è che il risveglio gli provocherà un senso di spaesamento, di non sapere come è finito li, e quindi va a minare la sicurezza e la fiducia di potersi lasciar andare al sonno senza che accada nulla per cui lui non se ne sia consapevole.

Un’ultima raccomandazione: evitate giochi elettronici, troppo eccitanti o tante ora davanti la tv prima della nanna, perché vanno ad aumentare il livello di cortisolo a livello mentale, che è l’ormone dello stress e dell’eccitazione.

Favorite attività tranquille e rilassanti, che lo facciano rilassare anche a livello mentale e muscolare.
E a questo punto….buonanotte e sogni d’oro a tutta la famiglia!”

Per appuntamenti  con la dottoressa Francesca Santarelli, o info, potete visitare il sito Internet del suo studio: www.studiosantarellidecarolis.com 

21 risposte a “Tutti a nanna! Occhio però ai nemici del sonno dei nostri bambini

  1. Questo articolo espone solo un parere personale di questa psicologa, non una verità con basi scientifiche. Praticamente lei suggerisce il metodo Esteville, dimenticandosi che lo stesso Esteville ha raccomandato che il suo metodo non venga impiegato al di sotto dei 3 anni perché può fare danni seri alla psiche dei bimbi. Inoltre mi sembra di leggere accuse velate a chi tiene i bimbi nel lettone: come se il co-sleeping non possa essere una scelta ponderata e ragionata, con basi e benefici scientifici (ad esempio la riduzione della morte in culla). Per cui non condivido per nulla l’impostazione di questo articolo.

  2. Il sonno… i primi 8 mesi per me sono stati stancanti, Emanuele si addormentava solo in braccio e si svegliava spesso… io ho sempre voluto farlo dormire nel suo letto e quindi ero perennemente sveglia… Poi è arrivato il momento di tornare a lavorare e non mi potevo assolutamente permettere di nn dormire quindi ho adottato la tattica del lasciarlo piangere. Tante coccole prima della nanna, ciuccio pupazzo e luce spenta. In un paio di giorni ha capito il concetto e da li in avanti ha dormito tutta notte.
    Certo ogni tanto si svegli ami chiama, cerca le coccole e magari nel week end se si svegli apresto viene nel lettone, ma di regola dorme nel suo letto. (il ciuccio tolto senza colpo ferire a 2 anni) ora rimane il pupazzo e il rito della preparazione per la nanna, denti-pipi-pigiama-bevuta-coccole.

  3. mio figlio ha sempre avuto un ottimo rapporto con il sonno…da quando lo portai a casa dalla clinica ha sempre dormito bene…si svegliava solo per fame e poii riprendeva il sonno….verso i due mesi mi ha fatto un pò penare la notte perchè spesso quando si svegliava riprendeva il sonno anche dopo tre ore (che stanchezza!!!) ma ora che ha due anni e tre mesi posso dire che non ho proprio nulla da lamentarmi..fa un buon riposo pomeridiano e la notte è molto difficile che si lamenti o si agiti..delle volte mi proccupo non sentendolo mupversi..vorrei solo che la sera si arrenda un pò prima ma non c’è nulla da fare.. 🙁

  4. aahahha grande JJ!!!! come ben sai anche jacopo molto simile alla tua junior e come ho scritto non mi pento di nulla anzi!!! trovo sia meravigliso addormentarsi e in alcuni casi svegliaris abbracciati al mio cucciolo!!

  5. due figlie completamente diverse. La senior dopo una settimana di vita 12 ore filate. Tutti a insistere che dovevo svegliarla perchè non era normale per le poppate. Ho provato ma era peggio mangiava meno ed era nervosa. Così il pediatra visto che cresceva bene ha detto di fare a modo mio. Primi 3 mesi nella culla vicino al lettone poi passata nella sua stanza nel lettino.
    La junior altra storia….AIUTO!!! fino ai due anni di dormire proprio non se ne è parlato. Ogni due ore sveglia. Le ho provate tutte ma niente. Dormiva a contatto del mio corpo pelle contro pelle, la chiamano “terapia di condivisione”. Lo ammetto è stata colpa mia perchè non sono riuscita a lasciarla piangere ma sono contenta del percorso che ho fatto. Adesso dorme serena in camera sua con una piccola lucina e ha 4 anni. Ha pure dormito nel lettone fino ai 2 anni. é vero è stato stressante ma anche stupendo. Per i miei trascorsi infantili non riuscivo proprio a lasciarla piangere, stavo troppo male e andavo in crisi. Ognuno fa il suo percorso. Il percorso che faremo con la junior sarà sicuramente differente perchè ha un piglio decisamente combattivo….ma questo è un altro discorso

    • Non hai nessuna colpa. Lasciar piangere un bambino è innaturale e disumano… Diffida da chi cerca di farti credere il contrario. Ogni bimbo è diverso e tu ti sei semplicemente adattata con amore alle esigenze delle tue figlie.

  6. mio figlio la maratona di peppa pig serale non la perderebbe per nulla al mondo…fino alle 22.00 la tv è monopolizzata e non c’è nulla da fare…ma lui sa che quando inizia la sigla delle favole di yoyo deve andare a nanna…lo metto nel suo lettino (ancora in camera mia x questioni di spazio) e solo soletto piano piano si addormenta..capita che qualche volta mi chiami..gli faccio un pò di compagnia ricordandogli che ci sono ma nell’altra stanza….così mi godo in pace quell’oretta di sera prima di crollare….

  7. ho trascorso i primi due mesi della vita di Gioia senza chiudere occhio,,prima che qualcuno mi dicesse che la causa di tutto ciò era un’alimentazione non sufficiente.ho sempre ascoltato i racconti delle mie amiche già mamme restando allibita da quelle che per me rappresentano cattive abitudini,come ad esempio assecondare i capricci. Contemporaneamente ho da sempre sostenuto che i bambini hanno bisogno di conoscere quali sono i loro spazi, le abitudini quotidiane, cosa si fa di giorno e cosa di notte.
    Gioia ha dormito la prima volta in camera sua(non prima per una questione di spazi) a sei mesi ,in primis con la Lucina di compagnia e una qualsiasi canzone alla radio. dopo poco é stata lei a farmi capire che la musica e quella stella blu accesa al muro erano di fastidio.
    Le abitudini: cena, bagnetto, saluto alla casa,alla gatta e al papà e via nel suo lettino con o senza pupazzi ai piedi..bacio alla mamma,un suo sorriso accompagnato da Ciao con la manina, buio totale porta chiusa. Dodici ore di sonno circa.
    Dal 10ottobre cammina da sola ed è buffo vedere quel pannolino ambulante che dopo aver salutato il giorno e famiglia si avvia da sola in cameretta e aspetta io la stenda sul lettino.
    al momento non so cosa significhi dormire con lei, non è mai volutamente capitato nel lettone, sia per una questione di abitudine, sia per comodità personale.
    preferisco il contatto con lei da sveglia.. e non credo rappresenti una carenza d ‘amore per Gioia dormire nella camera accanto di mamma e papà .

  8. Ciao a tutte,
    io ho avuto due esperienze completamente diverse. Con la prima appena arrivati a casa dall’ospedale l’abbiamo portata in camera sua e nel suo lettino. Che meraviglia! Faceva la sua chiaccheratina (si dice con gli angeli) e poi si addormentava e si svegliava con un piccolo muggito solo per il latte. Che sogno! La bimba perfetta! Ma ecco l’arrivo della seconda nana. Stesse abitudini, ma ogni bimbo ha il suo carattere. Arrivati all’esasperazione per le ore passate seduti vicino al suo letto a darle pacche sul culetto, ci siamo rivolti al famoso libro ” Fate la nanna”. Credo che molte di voi lo conoscano. Ci sono voluti 3 giorni, ma alla fine ci siamo riusciti con la collaborazione di entrambi. Ed ora che hanno rispettivamente 9 e 5 anni a nanna alle 9.00 e dopo 5 minuti russano entrambi! Auguro a tutti i bambini dolci e sereni sogni!

    • Lo sai vero che il metodo Esteville di “Fate la nanna” causa danni psicologici a lungo termine nei bambini sotto i 3 anni? E che lasciar piangere un bambino solo per dormire più comodi è irresponsabile? Bah.

      • Sabrina in questo modo fai del terrorismo psicologico…ho letto altri tuoi interventi in cui dici che ogni situazione e’ diversa ed i genitori devono trovare la soluzione giusta per il proprio bimbo…Daniela ha ritrovato la serenita’ familiare in questo modo e non mi sembra ne’ giusto ne’ corretto che tu le immetta un senso di colpa docendo che ha creato danni psicologici ai suoi figli…
        alla faccia della solidarieta’ tra genitori…
        la serenita’ dei genitori influisce altrettanto sulla psiche dei figli…avere genitori stressati per la mancanza di sonno che trasmettono solo ansia o nervosismo non credo davvero faccia bene, per cui bisogna valutare situazione per situazione e solo ai genitori stessi spetta la scelta senza che dìnessuno debba giudicarli per questo

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