Elogi, complimenti e rimproveri: fanno bene ai bambini? La psicologa

Quante volte vi è capitato di vedere vostro figlio tirare un pallone ed esultare dicendogli: “Grande, sei un campione”. Oppure fare una corsa con lui, farlo vincere di proposito, e dirgli: “Complimenti, sei un fulmine!”
Insomma quante volte vi è capitato di fare grandi elogi ai vostri bambini anche per piccole cose?
Sono sicura che la vostra risposte è: “Tantissime volte”.
Ma tutti questi complimenti fanno bene al bambino? Rafforzano l’autostima? O magari creano in loro delle false aspettative? E i rimproveri come devono essere “dosati”?

Di tutto questo ci parla la dottoressa Francesca Santarelli, la nostra Psicologa Amica:

“Ogni bambino si sa, quello che desidera di più, è essere accettato, apprezzato, stimato e amato da mamma e papà. Non solo lo desidera, ma gli serve per crescere autonomo ed equilibrato, con la giusta autostima, ma anche con la consapevolezza dei propri limiti e la capacità di accettarli per potersi migliorare.

Viene spontaneo riempire il nostro bimbo di apprezzamenti e complimenti, perché agli occhi di noi genitori lui è sempre “il più intelligente, il più bello, il più bravo” ecc…., ma attenzione!
Gli elogi fatti con orgoglio sono importanti, ma occorre prestare attenzione a non oltrepassare il limite dell’oggettività e senza esagerare o banalizzare. Vediamo insieme come fare…

Innanzitutto meglio gli elogi mirati e mai troppo generici, cercando di usare i verbi piuttosto che gli aggettivi. Anziché dire solamente “Che bello!” davanti a un suo disegno, meglio frasi come: “Vedo che hai il sole molto grande e tanti alberi”! E ancora, valorizziamo il processo più che il risultato finale: “Ho visto che ti sei impegnato molto a fare questa grande costruzione”!
Tutto questo per il bambino, significa che la mamma è sintonizzata con lui, lo vede realmente, e interessata al suo percorso di crescita, a quello che fa e come lo fa.
L’autostima nasce dal fatto che l’adulto si è soffermato sullo sforzo del figlio, e gliene ha restituito il senso profondo, senza limitarsi a commenti casuali.

Evitiamo invece di enfatizzare le prodezze. Se ad esempio ha disegnato bene, certo, lodiamolo, ma non diciamogli che è un piccolo artista. O un grande calciatore se segna tanti gol in una partita! Altrimenti rischia di crearsi un’aspettativa troppo elevata su di sé (basi del narcisismo) o un’ansia da prestazione legata alle nostre proiezioni.
Certo che per noi è e sarà sempre il nostro piccolo campione in ogni cosa, ma dobbiamo stare attente a come gli trasmettiamo queste sensazioni sul piano soggettivo o oggettivo.
Per questo, l’elogio deve rispettare la natura del singolo bambino. Lodiamolo non solo quando fa qualcosa che ci gratifica come genitori, ma anche quando riesce a esprimere la propria indole in modo creativo e costruttivo.

Valorizziamo il suo coraggio
(quando va ad esempio dal medico senza piangere), l’autonomia (quando riesce a fare da solo una cosa per la prima volta), quando prova e riprova senza scoraggiarsi, quando compie un gesto generoso o ci offre il suo aiuto a modo suo.

Distinguiamo però l’elogio dal rinforzo positivo: quest’ultimo va applicato ogni volta che il bambino si comporta in modo corretto (come fosse una conferma), l’elogio deve essere riservato alle piccole imprese, diciamo…. eccezionali!
Impariamo a dare sempre alle sue azioni il giusto valore. Andare all’asilo tutti i giorni o riordinare i giochi sono comportamenti positivi, ma dovuti, per il quali l’elogio è eccessivo.
Esprimere la nostra soddisfazione per una condotta disciplinata è legittimo, ma evitiamo di ricorrere indiscriminatamente a lodi sperticate, che perderebbero cosi il loro valore. Solo quando è davvero meritato e non inflazionato l’elogio diventa un regalo prezioso e dà un senso al processo educativo.

Infine non dimentichiamoci che anche le critiche sono importanti perché contribuiscono alla costruzione della sua personalità e della sua crescita. Idem per i rimproveri che, come le lodi, devono essere sempre mirati al comportamento e non alla persona nella sua totalità. E soprattutto non devono mai umiliare il bambino. Servono a fargli capire che ha sbagliato, non a suggerirgli che lui è sbagliato. La stessa cosa per gli elogi!

So che è difficile, ma come sempre, se pensiamo che tutto questo ha dei risvolti sulla formazione della personalità del nostro cucciolo, sono sicura che tutti questi spunti di riflessione, anche se faticosi, varranno la pena di essere messi in pratica….almeno…proviamoci!”

Per appuntamenti  con la dottoressa Francesca Santarelli, o info, potete visitare il sito Internet del suo studio: www.studiosantarellidecarolis.com

13 risposte a “Elogi, complimenti e rimproveri: fanno bene ai bambini? La psicologa

  1. Quoto @Silviafede…quante ne ho viste di situazioni analoghe…e che tragedie…!!!
    Insopportabili!! Più i genitori (o i nonni) che i bambini…
    Pur di evitare atteggiamenti simili forse io pendo un po’ troppo dall’altra parte…se qualcuno elogia (a volte davvero eccessivamente) mia figlia, io tendo un po’ a smorzare l’entusiasmo magari dicendo “ma no, non è mica un fenomeno…è uguale a tutti i bambini della sua età”…
    Poi in effetti con lei mi rapporto in maniera molto serena ed equilibrata, se fa qualcosa di giusto e di bello allora il complimento arriva da sé, ma se fa qualcosa di inopportuno scatta anche il rimprovero e soprattutto non ho mai giustificato i suoi capricci dicendo “è piccola, è stanca, ha sonno, ecc…”…
    Bah, per qualcuno non sarò una buona madre (e credetemi me l’hanno anche detto!) ma mia figlia anche se piccola sa giocare con gli altri bimbi e sa condividere i giochi anche se sono suoi…

  2. @mimi: purtroppo, da quello che racconta mio marito, sua mamma era così anche con lui … e ti dirò di più: la mia nonna paterna era così con me, mia sorella e le mie cugine …. e mio papà racconta che era così anche con i suoi figli!!!!
    Io la differenza la vedo nei miei genitori (tra come erano con me e mia sorella e come sono con i nipotini) o con la mia nonna materna (già a detta di mia mamma c’era differenza tra il trattamento che ha ricevuto lei, quello che ho ricevuto io e, peggio ancora, quello dei pronipoti). Però si tratta di un “ammorbidimento” del carattere, di qualche piccola concessione in più, non di un cambiamento radicale!!!!

  3. @mimi: hai centrato in pieno il problema….non vorrei sembrare eccessiva ma secondo me la non accettazione del rifiuto o del fallimento, ad esempio di un rapporto di coppia, da adulti ha origine da qui…dall’incapacita’ di accettare la sconfitta perche’ sopravvalutati da chi ci circonda…
    Io penso sempre al film di AldoGiovannieGiacomo dove Giacomo fa a bracico di ferro con un bambino lo batte nettamente ed esulta…mi fa troppo ridere! E’ vero che non bisogna nemmeno umiliarli, e’ normale che specie nelle gare fisiche, l’adulto se la cavi meglio di un bambino, pero’ fare un po’ e un po’ oppure spiegare adesso perdi perche’ sei un bambino e io un grande vedrai che mano a mano che cresci la differenza si attenuera’ e forse potrai superarmi…

  4. Io ogni tanto scherzando – ma anche no – quando vedo i film dove mamma e/o papà fanno vincere i figli piccoli che so, restando indietro nella corsa, dico “e quando imparano che non si può vincere sempre?”

    Magari non gli si deve far mangiare la polvere, ma nemmeno farli sempre sempre vincere!

    Ho l’impressione che gli adolescenti (e quindi i bambini, una volta cresciuti) non sappiano affrontare la sconfitta e quando qualcosa non va come dicono loro ci sono ritorsioni, dal pubblicare foto compromettenti all’aggressione fisica.
    Magari se i genitori di questi ragazzi facessero meno i moderni e meno gli amiconi, qualcosa potrebbe cambiare… a partire dalla testa dei ragazzi.

    Quanto ai nonni permissivi, scommetto che non erano così permissivi con i loro figli e che se quando loro erano genitori i nonni avessero fatto i permissivi, avrebbero storto il naso… vero?

  5. ALE: sono morta dalle risate il giullare!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! che nonno in gamba! anche il mio piccolino vuole primeggiare su tutto e quando se li merita i complimenti arrivano sennò cerco ma cons carsi risultati di fargli capire che anche se arriva secondo non succede nulla di grave!!
    ma come è difficile a volte!

  6. @SilviaFede: concordo in tutto. Infatti il mio problema nasce proprio dal fatto che, quando i bambini sono a casa loro, i miei suoceri li trattano come dei piccoli principi: li riempiono di complimenti (sono i più belli, i più bravi, i più intelligenti …), vincono sempre a qualunque gioco (carte, dama, memory …) e possono fare tutto ciò che vogliono perchè sono il re e la principessa del mondo ….
    Io sono in parte felice perchè capisco che i nonni sono affezionati e gli vogliono bene … ma per me diventa poi un problema gestire i bambini: la piccola va in giro a chiedere a tutti “sono bella?” mentre il grande si comporta come un piccolo tiranno.
    Cercano di fare altrettanto anche a casa dei miei, ma loro hanno un approccio nettamente differente. Infatti, un giorno Andrea si vantava con mio papà dicendogli che poteva fare ciò che voleva e che a casa dei suoi nonni era il re …. Mio papà gli ha risposto “a casa degli altri nonni sarai il re … ma qui sei solo il giullare!!!” 😀

  7. Ho notato un comportamento esasperato in molti bambini, soprattutto grandini di eta’, la non accettazione della sconfitta…essere competitivi credo sia piuttosto istintivo e ci sta, ma mi imbatto in bambini che se perdono ad un qualunque gioco dal calcio a una semplice corsa vanno in escandescenze ed hanno reazioni spropositate. Dalla mia esperienza queste reazioni sono frutto del comportamento errato degli adulti che appunto fanno sempre vincere i figli ma soprattutto i nipoti, lasciandofgli credere che siano i piu’ bravi e i piu’ forti in tutto tanto da poter battere un adulto…questo atteggiamento e’ davvero controproducente perche’ genera un eccesso di autostima nel bambino che poi viene deluso quando si confronta correttamente e ad armi pari con i coetanei..
    Noi preghiamo soprattutto i nonni di non assumere questi comportamenti con Fede, ad esempio se gioca a carte con mia mamma a scopa o a uomo nero vince il piu’ fortunato quindi a volte Fede a volte mia mamma…se gioca a bocce col nonno (Fede in questo e’ davvero bravo per la sua eta’) a volte fa punti altre volte no…ci tengo davvero tanto perche’ quando vedo queste reazioni esasperate con evidente sofferenza del bambino penso che gli adulti dovrebbero riflettere di piu’ sulle conseguenze delle loro azioni anche se fatte a fin di bene…

  8. Cavoli Maria, mi sa che a sto giro ho toppato in pieno! Frasi del tipo “sei un artista” nei confronti della mia bimba di 5 anni mi escono dalla bocca a frotte e, difatti, mio marito mi rimprovera per questo, dice che se vado avanti così la illudo e la facio diventare una fancazzista convinta di avere talento quando invece potrebbe non averne affatto!
    Devo dire che la psicologa mi ha fatto riflettere oggi, soffermarsi sullo sforzo e l’impegno mostrato e dare il giusto valore alle azioni… VERO! CONDIVIDO APPIENO 🙂

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