La festa dei remigini

E’ passata già una settimana e nel frattempo, sempre alla scuola di Marco, c’è stata anche un’altra festa, quella di fine anno. Ma nulla in confronto alla giornata dei remigini.
Quella non è stata solo una festa, ma una giornata memorabile, immortalata da filmini e foto. Ricca di emozioni e di momenti straordinari.
Io sono arrivata con abbondante anticipo per dare una mano alle altre mamme impegnate ad allestire il buffet (questa è la scusa ufficiale, in realtà è perché ero agitata e non stavo più nella pelle…) e per occupare i posti in prima fila. Non volevo perdere neppure un secondo.
Quando sono entrata nell’atrio della scuola sono rimasta a bocca aperta: sembrava un teatro: sedie, allestimenti, stereo e amplificatori…

Le maestre erano agitatissime, in tensione, emozionate. Correvano da una parte all’altra per fare gli ultimi ritocchi.

E io, non vi so spiegare il perché, ero più tesa più di loro. Avevo già il fazzoletto pronto.

“Sai, volevamo fare delle scommesse sulle tue probabilità di pianto, ma i bookmaker non hanno accettato: non c’era nessun no, ma tutti sì”, mi ha detto ridendo uno dei papà.
“Come sei simpatico, gli ho risposto, ma riderò anch’io quando ti vedrò con gli occhi lucidi e le lacrime sulla rampa di lancio!”
E così è stato. Ve lo assicuro, anche i papà si sono sciolti.

Quando ormai la sala era gremita di mamme e papà in delirio, sono entrati loro, 67 remigini pronti a fare il grande passo: a lasciare il “lago protetto” della scuola materna, per nuotare nel mare aperto delle elementari.
Insieme alle maestre, che sono state, lasciatemelo dire, semplicemente straordinarie, sono riusciti a preparare uno spettacolo di oltre due ore, fatto di musiche, balli e colori, che mai avrei pensato di vedere.
Mi aspettavo qualcosa di magnifico, ma loro hanno superato anche le mie aspettative.
Divisi in tre gruppi, come le tre classi, hanno prima messo in scena tre spettacoli diversi a tema “arte”.
Il primo fatto di giravolte e nastri. Il secondo con la coreografia dei cinque cerchi olimipici e il terzo con i bimbi-pittore vestiti con canotte bianche aderenti, jeans e pennello in mano. Troppo forti.

Ad un certo punto, poi, tutti e 67 si sono sistemati sul palco, ancora divisi in tre gruppi, ognuno con un foglio colorato in mano (il primo gruppo azzurro, il secondo giallo e il terzo rosso) e hanno cantato la canzone dei Modà, “Come un pittore”.
E lì, ve lo giuro, fiumi di lacrime. Entusiasmo a palla, tifo da stadio, e tutti i genitori con gli occhi super lucidi soprattutto nell’atto finale, quando le maestre, in ultima fila, hanno lanciato al cielo dei fiori colorati e i bambini a seguire hanno alzato al cielo e sventolato i loro fogli. Poi si sono abbracciati tutti e…
E lo so, la descrizione non rende, è difficile mettere nero su bianco i sentimenti, ma mi si accappona la pelle solo a pensarci.
Io piangevo come una fontana, le maestre guardavano me e piangevano pure loro. Quanta emozione. Che bello! che meraviglia!

Tanta è stata la sorpresa di vedere uno spettacolo tanto bello, che a gran voce abbiamo chiesto il bis e la seconda volta abbiamo cantato tutti insieme il ritornello: “Azzurro come te, come il cielo ed il mare, giallo come luce del sole, rosso come le cose che mi fai provare!” (avete mai sentito questa canzone? Io prima della festa, lo confesso, mai, ora invece l’ascolto tutti i giorni e mi piace un sacco anche nella versione spagnola con Jarabedepalo ;))

Poi c’è stata la consegna del diploma, con tanto di cappello da laureato, pergamena e regalino annesso.

Le maestre si sono raccomandate: stesso entusiasmo per tutti i bambini, dal primo all’ultimo. E così è stato. Applausi scroscianti per mezz’ora.

E quando ormai tutti pensavamo che la festa fosse finita, ci hanno regalato la ciliegina sulla torta.
Le maestre hanno composto una canzoncina ad hoc e l’hanno cantata tutti i bambini accompagnati dalla chitarra (suonata da mio marito).

Il testo era questo: “Tre anni fa ho cominciato l’avventura e mi ricordo che avevo un po’ paura, adagio adagio mi ci son tuffato e sempre più sicuro ho nuotato. In questi anni che alla scuola ho passato, ho corso, riso, giocato e faticato, ho avuto amici che m’han fatto compagnia nei bei momenti di lavoro e di allegria.
Mi sembra un mare ma è soltanto un laghetto….” E si conclude con la frase: “ed ora sono pronto a nuotare verso il mare”.

E sì, sono cresciuti, l’hanno prossimo andranno alla scuola elementare e cominceranno una nuova avventura e noi genitori con loro.

Questa che si sta concludendo è stata una bella esperienza. Abbiamo avuto la fortuna di avere insegnanti brave, preparate e all’occorrenza anche di polso. Speriamo di avere la stessa fortuna nella prossima avventura scolastica…

E così si è finita la festa dei remigini, con il buffet di patatine e dolci.
La sera Marco ha voluto subito appendere il suo primo diploma nella sua cameretta, con tanto di cornice.
Lui si è addormentato prestissimo, era sfinito.

Io no. La notte avevo ancora tanta adrenalina in circolo, non riuscivo ad addormentarmi e così mi sono alzata e ho rivisto tutti i filmini della festa che mio marito aveva girato e le foto scattate da me.
E in questi otto giorni li ho rivisti ancora e ancora…

Fra due settimane toccherà a Luca. Anche lui farà il suo grande passo: lascerà il nido per la scuola materna!

E si farà la festa. I bookmaker prevedono fiumi di lacrime anche in quella occasione e non accettano scommesse. 🙂

D’altronde “Fontana” è il mio secondo nome, mi posso smentire? 🙂

23 risposte a “La festa dei remigini

  1. @Silviafede. Ha compiuto 11 anni. Mi sembra di vedere la prima volta che lo hanno portato in camera, era notte, urlava e per non svegliare tutti i bambini del nido me lo hanno portato, dicendomi di provare ad attaccarlo al seno. “se ha bisogno di aiuto, sono qua.” dice l’infermiera. Non ce ne è stato bisogno appena in braccio istintivamente si è girato e si è attaccato come una ventosa. Mi sembra ieri! E le notti che ho passato in bianco a giocare con lui. Si, perchè lui si svegliava e voleva giocare, non piangeva. Adesso è un bravo ometto, mi aiuta con i fratelli più piccoli con i compiti.
    Basta! ti auguro la buona notte, che se comincio a ricordare non mi fermo più.

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