“Le separazioni sono difficili e costose, ma non vale la pena tenere in piedi una relazione finita”

La notizia campeggia su tutti i giornali: siamo in crisi o meglio la famiglia italiana è in crisi.
Oramai si separa il 30% delle coppie. E i matrimoni, in media, durano appena 15 anni. (“Così tanto?” Ha commentato la mia collega, aggiungendo: “Ma la crisi non arrivava al settimo anno?”. Va beh!).

Ma se questi dati Istat sono ormai di dominio pubblico, ci sono delle info che, secondo me, vale la pena commentare.

Cominciamo da questa: nell’85,5% dei casi ci si dice addio in maniera consensuale. E per l’Istat è un buon dato. In pratica ci si separa perché il rapporto è finito per entrambi.
Ma siamo sicuri?
Secondo me, ma è una mia personalissima opinione,  le coppie che ricorrono alla separazione consensuale lo fanno semplicemente perché è più rapida, veloce e costa meno.
E uno dei due ex-coniugi, spesso, si ritrova ad ingoiare dei rospi giganti per “il bene dei figli” (e di questi casi, ahimè, ne ho visti tanti!).

E a proposito di pargoli, il 68,7% delle separazioni e il 58,5% dei divorzi ha riguardato coppie con figli in affido condiviso nel 90% dei casi.

Solo nel 9% dei casi i figli sono affidati solo alla madre mentre “la quota di affidamenti concessi al padre continua a rimanere su livelli molto bassi”.

Nel 20,6% delle separazioni – dato nazionale – è previsto un assegno mensile di mantenimento per il coniuge che nel 98% dei casi è corrisposto dal marito alla moglie.

L’importo medio è più elevato al nord (520 euro) che nel resto del Paese (447,4 euro). Nel 56% dei casi la casa è assegnata alla moglie, nel 21,5% al marito, mentre nel 19,8% dei casi gli ex coniugi vanno ad abitare in case diverse da quella coniugale.

La mappatura geografica delle coppie che si lasciano evidenzia una litigiosità più alta al sud dove le separazioni giudiziali (in media 14,5%) raggiungono il 21,5%.

Tendenzialmente, in base a un fenomeno che si è stabilizzato negli ultimi dieci anni, sono più propense a separarsi le coppie con titolo di studio più elevato e “prevalentemente se marito e moglie hanno lo stesso livello di istruzione, dovuto alla forte omogamia che caratterizza gli sposi al momento dell’unione matrimoniale”.

Maurizio Costanzo, in una intervista all’Ansa, ha commentato con una battuta questi dati: “Io sono al diciottesimo anno di matrimonio (con Maria De Filippi) ormai, quindi sono oltre la media e a quanto pare ho superato la fase critica”.

Eppure nel suo ‘curriculum’ di marito Costanzo può vantare ben quattro matrimoni, una convivenza, due divorzi e un annullamento della Sacra Rota.
Le prime nozze, a 25 anni, sono durate solo un anno prima di essere annullate, le seconde otto, le terze un anno e mezzo. Poi c’e’ stato l’incontro con Maria De Filippi, portata all’altare nel ’95, a 57 anni.

“E’ vero che io mi sono separato tre volte, ma le mie unioni precedenti mi sono servite per prendere la rincorsa e trovare la persona giusta. Eppure in generale devo dire che questi dati non mi hanno impressionato più di tanto. L’unica cosa che mi ha davvero stupito e’ l’aumento delle separazioni degli ultrasessantenni. Probabilmente – continua Costanzo – sono legate all’aumento della vita media e tutto si sposta più avanti, anche i divorzi. Certo e’ che non riesco a capire dove questi 60-65 anni trovino la forza di ricominciare una nuova vita. Forse pensano di festeggiare le nozze d’argento intorno ai 90-95 anni. Hanno tutta la mia ammirazione”.

“Le separazioni – commenta ancora – sono sempre difficili e costose, ma non vale mai la pena tenere in piedi una relazione finita. Si finisce con il portare avanti matrimoni disastrosi”.

Quest’ultima frase mi è piaciuta!

Che ne pensate? A voi la parola!

71 risposte a ““Le separazioni sono difficili e costose, ma non vale la pena tenere in piedi una relazione finita”

  1. Ciao,ho trovato questo blog durante una passeggiata virtuale, in uno dei miei tanti momenti in cui sento il bisogno di risposte..di sapere che “va bene come sto facendo”
    Sono separata da 6 mesi,il padre di mio figlio di 4 anni vive in un’altra casa da più di un anno e mezzo.
    Mi sono sposata perché sentivo di amarlo, ho fatto un figlio con lui perché sentivo di volerlo e perché credevo nella famiglia che stavo costruendo.
    Tutto quello in cui credevo si è dissolto..quello che mi ha portato dove sono arrivata oggi è stato difficile da accettare, per me e per chi ho vicino, la mia famiglia non capiva, mi sono sentita sola, a volte disperata, a volte decisa, altre volte in balia delle onde ad annaspare per riuscire a respirare. Tutto questo non è stato dovuto ai litigi, agli scontri e non ho temuto che il mio bambino potesse vedere questo. Quello che mi ha terrorizzato è stato il silenzio, la mancanza di reazione ad ogni tentativo di ridare carburante alla vita. Ho vissuto, e non sono del tutto esente oggi, i sensi di colpa nei confronti di me stessa e di tutte le persone che avevo vicino, il loro dolore mi faceva stare ancora più male e non riuscivo ad aiutarmi e farmi aiutare, loro non potevano farlo, non ci riuscivano e io non lo capivo in quei momenti. Mi sono alzata, ho tirato su la testa. Oggi sono sicuramente più consapevole,avrei voluto saperlo essere prima, ma non rimpiango niente di quello che ho fatto neppure gli errori perché è anche grazie a quelli che sono la persona di oggi.A mio figlio una settimana fa ho risposto nella maniera che ritengo più giusta, senza paura e con la tranquillità che merita. La domanda è stata “mamma a te piace il mio papà?” e li ho avuto la possibilità di dirglielo, “si, mi piace perché è una brava persona e un bravo papà” “ma voi vi siete sposati!” ” si, perché quando lo abbiamo fatto ci amavamo tanto” “ma perché ora non abita qui?e io ti piaccio?” “non abita qui perché i sentimenti a volte possono cambiare, l’unico che non cambia è quello per te perché sia io che papà con te siamo legati da un filo che non si può né vedere né rompere, al tuo papà voglio tanto bene anche se ci sono cose che non facciamo più insieme, ma per te ci siamo e saremo sempre , tutte le volte che ci vorrai, un po’ come fai con il lettone..tu hai il tuo ma se ti senti solo o hai bisogno di qualcosa puoi correre nell’altra stanza sia a casa di babbo che qui “. Poi ha continuato a giocare. Non so se quello che gli ho detto ha tolto il dubbio che aveva, so però che è questo quello che sono arrivata a capire oggi. Si può essere stati cattivi compagni di vita, perché non siamo stati capaci di salvarci a vicenda da un silenzio che è diventato sempre più grande e insopportabile, so cosa significa quando finisce l’amore per una persona, so che “l’amore per sempre”può esistere se siamo fortunati, se sappiamo bene chi siamo nel profondo, se sappiamo cosa vogliamo e di cosa si ha bisogno, per amare una persona tutta la vita ci vuole il profondo desiderio di farlo da parte di tutti e due, il sapersi confrontare senza paura e con la consapevolezza di farlo, serve il dialogo, la pazienza e la forza per aiutarsi, il saper chiedere aiuto all’altro, così si costruisce qualcosa di buono, questo è il senso della famiglia. I compromessi esistono sempre nei rapporti tra le persone, questo non significa togliere qualcosa a noi stessi o all’altro, ma dare e ricevere. Quello che non siamo riusciti ad essere come coppia non ci toglie la possibilità di essere genitori, e come tali ogni giorno cerchiamo la strada migliore perché lo saremo per sempre, al di là di quello che è stato e di ciò che abbiamo sbagliato. Fino ad oggi mi sento di dire che almeno questo siamo riusciti a farlo, abbiamo trovato una strada diversa da quella iniziale, ma amiamo nostro figlio. Ho solo un rimorso, quello di non essermi conosciuta prima, o forse sono solo una donna diversa da quella che ero, ma non mi sento di dire che sono peggiore. Mio figlio non avrà due persone che sopravvivono sotto lo stesso tetto, ma due genitori che vivono in due case diverse.Ciao

  2. Coppia di fatto. A 8 mesi dalla nascita di nostra figlia mi ha lasciata, mandandomi via di casa (di sua madre), dicendo solo me perché la figlia una casa ce l’aveva. Ad oggi mi chiede di andare dal giudice per formalizzare l’affidamento condiviso della bambina che ha 19 mesi, io mi rifiuto perché dico che è nata in un paese libero, ed in base ai nostri accordi la bambina andrà e starà con il genitore. Gli ho letto degli sms mandati all’amichetta compromettenti ma come dice lui è “un’amica”. Cosa posso fare? Cosa mi spetta? Ad oggi non abbiamo avuto niente. La bambina ha una malattia rara. Lui è proprietario di una casa, affittata in nero. Psicologicamente dopo un anno sono distrutta perché sono davvero innamorata. Gli ho chiesto più volte di riprovare ma non c’è speranza. Ho fatto sedute dallo psicologo ma non riesco ad uscirne perché non accetto la fine tra di noi e cosa facciamo mancare alla piccolina. Mi sono trasferita in un’altra regione oramai da quasi due anni, qua ho partorito e qua sono andata ad abitare per conto mio con mia figlia ora con l’anno nuovo ritornerò nella mia regione/città di residenza. Che tristezza, mi affligge lasciare tutto dopo aver fatto tanta fatica ad ambientarmi. Vorrei un’aiuto

  3. Salve sono separato da 2 anni condivido in pieno tutto quello che e’ stato detto dalla Signora Luisa,la mia ex ha distrutto una famiglia di 23 anni composta da un bambino di 4 anni solo ed esclusivamente x una questione economica e di comodo!

  4. @Gabriele, tu hai ragione, anch’io la penso come te. Ma bisogna sempre vedere caso per caso.
    Quando questa serietà e consapevolezza si trova solo da una parte, quest’ultimo si trova a lottare contro i mulini a vento. Non si può costringere qualcuno che vuole a tutti i costi andarsene, a restare. E quando l’inevitabile accade, devi prendere consapevolezza, rinascere dalla separazione, e se non ce la fai da solo, devi chiedere aiuto.
    Buona serata.

  5. Scusate… ma la serietà e la consapevolezza di chi contrae matrimonio dove sta????
    Gli sforzi, i compromessi a cui uno deve sottoporsi quando si sposa e vuole creare una famiglia non pensa che ci siano?
    Molti e a questo punto almeno il 50% della gente sposata perché si è sposata?
    Perché ci si sposa? rimaniamo fidanzati a vita allora… oggi ci sei tu… domani vedremo !
    E nell’insorgere dei problemi non venite a parlarmi di psicologi…. sono una grande manica di strozzini che al posto di cercare di ristabilire la coppia la destabilizzano puntando su ciò che gli è stato insegnato a scuola… rivalutare il proprio io… prendere consapevolezza del proprio io… rinascere dalla separazione… sono solo capaci a rappresentare gli stati d’animo che uno prova in tale situazione (ma cazzo…quelle le so già!) ed esaltano una semplice e pura forma pura di individualismo, che è quello che rappresenta la società attuale.

    Quindi se uno promette amore eterno lo deve fare seriamente… e da individuo singolo deve essere consapevole che si diventa coppia ( non più IO ma NOI) aprirsi al dialogo e imparare ad ascoltare. E agli psicologi direi… Ma vedete di andare un po’ a Cagare se non siete capaci di tenere unite due persone, è troppo facile consigliare di separarsi!!! voi vi garantite il lavoro per almeno 12 mesi!!

    Scusate lo sfogo!

  6. Solo pochi sanno la verità ,bisognerebbe leggere gli antichi libri potrebbero illuminare queste situazioni che sembrano illogiche…..

  7. Separato e divorziato da 12 anni , dei quali 5 o 6 proprio neri neri , d’inferno ! Ho 2 figli he adoro e che mi vogliono bene,almeno penso ah ah..sono bravi comunque, ora sono grandicelli, e io ho deciso di rivivere una vita, mi sono risposato , ho un buon lavoro, e ho una nuova bambina,un tesoro.3 figli e una nuova vita, si può se si vuole.. Ciao a tutti

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