Boom di baby-allergici, la colpa? Delle famiglie micro, delle mamme “nonne” e del benessere!

Milano è la capitale dei baby-allergici.
Sapete perché?
Immagino che stiate per rispondere: perché c’è troppo inquinamento, perché l’aria è malata, eccetera, eccetera.
Ma non è proprio così. Lo smog incide, certo, ma non è il fattore scatenante.

Nella metropoli lombarda si contano 90 mila under 14 ‘ipersensibili’ a fattori diversi (nel calderone finiscono allergie respiratorie e alimentari), in tutta la regione salgono a quota 300 mila. E il numero lievita di anno in anno.
I pediatri allergologi da tempo stanno cercando le cause di questo boom. 

E fra le ipotesi più accreditate ci sono quelle ‘socio-economiche’ che addirittura scalzano l’inquinamento: “Oggi le famiglie diventano micro, le donne fanno pochi figli e in tarda età, il benessere nonostante la crisi continua ad essere la condizione predominante”, riepiloga Fiocchi, in occasione  del sesto ‘Milan International Meeting on Paediatric Allergy’.

Tutti questi fattori, insieme ad altri, potrebbero essere alla base dell’aumento delle allergie nei tempi moderni.
Sul banco degli imputati sale dunque la vita da metropoli.

Dietro la  Milano-allergica, assicurano gli esperti, “c’è il calo delle nascite, il fatto che le donne diventano mamme sempre più tardi e scelgono di fermarsi dopo il primo bebè. Ma anche la sterilità dell’ambiente in cui i neonati crescono, l’uso di antibiotici, il consumo di particolari alimenti, la diffusione delle vaccinazioni”.

Anche il Pil finisce nel mirino degli scienziati perchè, incalza Fiocchi, “è stato osservato un rapporto: tanto è più ricco un Paese, tanto più alta è la percentuale di asma e allergie. Sembra sia il prezzo da pagare al benessere”.

Pochi figli, più allergie? “Basti pensare che il quintogenito ha la metà delle possibilità di sviluppare allergie rispetto al fratello più grande.
E soprattutto che oggi più del 50% delle mamme partorisce dopo i 33 anni. Trend consolidato al Nord, che sta contagiando l’intero Paese”, precisa il pediatra allergologo.

PERCHE’ IL FRATELLO MAGGIORE E’ IL PIU’ ALLERGICO?

Sono diverse le teorie con cui si tenta di spiegare il cosiddetto ‘effetto fratello maggiore’ (più allergico dei fratelli minori): “Si pensa che la presenza sotto lo stesso tetto dei fratelli più grandi che portano malattie infettive e mettono alla prova le difese dell’ultimo nato, contribuisca a instradare nella direzione giusta il sistema immunitario del piccolo di casa”, spiega Alberto Martelli, primario di Pediatria negli ospedali di Garbagnate Milanese e Bollate.

Ma anche la mamma potrebbe giocare un ruolo, “nel senso che, una gravidanza dopo l’altra, impara a fabbricare bebe’ sempre meglio”, spiega Attilio Boner, professore di Pediatria, in forze nella clinica pediatrica dell’università di Verona.

“La gravidanza – continua – è di per è un fenomeno allergico. Il feto non deve essere riconosciuto come corpo estraneo e manda dei segnali per ridurre la risposta dell’organismo materno. Più persistono questi segnali più c’è uno sbilanciamento a favore dell’allergia. E’ possibile che questo fenomeno si riduca al secondo, terzo, quarto figlio, che la mamma sia più capace di far figli sani”.

E questa protezione, aggiunge Fiocchi, “è tanto più forte se la donna fa figli da giovane e a breve distanza l’uno dall’altro”. Si tratta di ipotesi, su cui i pediatri dovranno far luce.

Di certo c’è il boom delle allergie.

I dati Istat fotografano l’impatto sulla società di oggi: le malattie allergiche (10,7%) sono al terzo posto fra le malattie croniche più diffuse dopo l’artrosi/artrite (18,3%) e l’ipertensione arteriosa (13,6%), e sono l’unica voce di questa categoria che presenta tassi molto elevati fin dall’infanzia.
Nell’arco di circa 20 anni la percentuale di bambini allergici è aumentata dal 7 al 25%.
Non sono solo le allergie respiratorie ad avere un andamento al rialzo.
Anche le allergie alimentari crescono e diventano sempre più diffuse: a Milano la percentuale è del 3,9% secondo i dati raccolti dalla Comunità europea. “Gli accessi ai pronto soccorso per gli effetti scatenati da allergie alimentari sono aumentati di 5 volte dal 1990 al 2010”, sottolinea Fiocchi.

3 risposte a “Boom di baby-allergici, la colpa? Delle famiglie micro, delle mamme “nonne” e del benessere!

  1. sono mamma di 2 bei maschetti e devo dire che grossi problemi non li ho mai avuti con il primo sono stata molto piu attenta nel senso che non si doveva sporcare etc.etc ma non ho mai fatto della mia casa un sala operatoria gli ho sempre lasciato spazio di giocare anche se stavo molto attenta a non farlo sporcare e ho notato che e stato molto piu sensibile in confronto col secondo che invece gioca nella sabbia si sporca se qualcosa li casca pe terra in casa lui riprende e mangia e io non mi faccio tanti problemi si ammala poco in inverno al massimo li colla in nasino ma niente febbre , l’unica malatia che ha avuto e stato mani bocca e piedi che e passata in fretta

  2. anche io sono convinta che le allergie non dipendano dall’età materna ma dalla troppa igiene in cui vivono i nostri bimbi. si usano troppi disinfettanti per lavare gli abiti dei piccoli e spesso si fanno addirittura lavatrici separate; si impedisce loro di gattonare in casa e al parco è difficile vedere dei piccoli messi per terra per paura che si sporchino. in questo modo vengono a contatto con i germi il più tardi possibile. per quanto riguarda invece i cibi il discorso sarebbe molto più ampio….

  3. “Anche le allergie alimentari crescono e diventano sempre più diffuse”: magari non è che la colpa possa essere dei troiai che infilano nella roba da mangiare? Mozzarelle blu, formaggi grattugiati con cacca di topo in regalo ecc…ecc….Tra me e mia madre ci sono 38 anni di differenza e tra lei mio fratello 40 tondi tondi: nessuno dei 2 è allergico. E’ vero che non abitiamo a Milano, ma il fatto che l’allergia possa essere scatenata anche dall’età sempre più tarda della mamma mi sembra una follia. E qui mi fermo perchè il discorso richiederebbe ben altri collegamenti e ben più complessi.

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