Cibi per i bimbi, meglio freschi o industriali?

Recentemente è stato diffuso un depliant per le famiglie in cui si evidenziavano i vantaggi degli alimenti industriali specifici per l’infanzia per la nutrizione dei bambini. Prodotti più sicuri, più controllati, quindi più sani e nutrienti. A raccomandare questi tipi di prodotti è stata direttamente la Federazione italiana medici pediatri (Fimp).
Ma a distanza di qualche giorno l’Associazione culturale pediatri (Acp) in una nota ha fatto sapere che la maggiore qualità e sicurezza del baby food industriale rispetto ai prodotti naturali non sono scientificamente provate e quindi si dissocia dalle raccomandazioni della Fimp.

A questo punto mi chiedo: “Sono pediatri contro pediatri. Di chi dobbiamo fidarci?”

Nel depliant si legge che: “Il 50% della frutta fresca contiene livelli di pesticidi non idonei all’alimentazione infantile” e che: “il 35% del grano in Italia contiene residui di pesticidi troppo elevati per l’alimentazione infantile”. Per l’Acp i dati riportati da Fimp nel comunicato a supporto della validità di queste affermazioni sono ampiamente discutibili.

I pediatri dell’Acp:
1) intendono rassicurare e incoraggiare tutti quei genitori che, intorno al sesto mese di vita, ricorrono all’alimentazione complementare a richiesta del bambino, utilizzando gli alimenti che essi stessi assumono;
2) ribadiscono l’importanza di un’adeguata informazione ai genitori per un’alimentazione salutare per tutta la famiglia e si impegnano a realizzare campagne di stampa ad hoc;
3) incoraggiano una dieta ricca di frutta, verdura e vegetali per tutta la famiglia, ricorrendo quando è possibile ai prodotti a filiera corta e in questo caso spesso anche biologici (anche ricorrendo alla partecipazione a gruppi di acquisto solidale, i cosiddetti Gas).
4) ritengono che l’assunzione di cibi industriali penalizza la cultura del cibo propria delle diverse popolazioni e delle diverse famiglie attraverso la delega a ‘terzi più esperti’ anche del semplice atto del nutrire il proprio figlio;
5) si impegnano a continuare a battersi per sensibilizzare gli enti preposti alla sicurezza alimentare per migliorare sempre di più le leggi e i regolamenti, insieme anche alle associazioni a tutela dei consumatori;
6) ritengono che le azioni di advocacy per mettere a tavola cibi sicuri rientrano nel più vasto capitolo della salvaguardia dell’ambiente, obiettivo prioritario di salute pubblica. Gli nterventi devono essere ‘politici’ e devono ricadere su tutta la popolazione, con inclusione ovviamente delle fasce piu’ vulnerabili (feti ed embrioni compresi);
7) mettono in risalto che la promozione dei cibi dell’industria per i bambini penalizza le famiglie meno abbienti, e peggiora la qualità dell’ambiente attraverso la moltiplicazione dei rifiuti da imballaggio e il loro smaltimento e il trasporto attraverso i territori.

Infine, l’Acp ritiene che, nell’ambito del generale principio di trasparenza, “documenti di questo genere comportino – come accade in tutto il mondo – la necessità di dichiarare la fonte di finanziamento alla base della campagna di informazione”.

Cosa penso?

Credo che per le mamme che non hanno tempo di preparare brodini, pappine e omogeneizzati sia rassicurante sapere che i cibi industrializzati siano ugualmente buoni e salutari per i bambini. Oltre che estremamente comodi!
Vogliamo parlare della frutta in vasetto quando si è in giro? Mai più senza! 🙂

La mia pediatra, quando iniziai lo svezzamento di Marco mi disse: “Signora, se conosce la provenienza dei cibi prepari pure tutto lei, ma se deve prendere la frutta dal supermercato, allora è meglio quella in vasetto, è più controllata!”

Io ho fatto più o meno così!

A Milano omogeneizzati di carne e pesce in vasetto. Brodo vegetale, invece, fatto in casa ogni due giorni.
Quando però andavo a casa di mia madre preparavo tutto con i cibi freschi, anzi freschissimi. Come dire, direttamente dal produttore al consumatore.
“Mamma hai un po’ di carote e zucchine per il brodino?”
“Sì, guarda nell’orto, sono vicino alla verza e ai fagiolini!”… Che bonta!

La carne omogeneizzata fatta al momento da mamma. E il pesce? In Puglia… freschissimo!

Ora che sono più grandicelli, cucino molto nel fine settimana (sughi, polpette, brodo di carne, eccetera) e metto in freezer. Durante la settimana chiedo cosa vogliono mangiare, scongelo i vasetti, et voilà, il piatto è pronto. E sono sicura che mangiano bene… o quasi! 🙂
La conserva? Anche quella fatta con i pomodori coltivati dai nonni! Si fa in estate e si mangia tutto l’anno…

E sempre in estate preparo i sughi di pomodoro fresco e basilico. Tanti, tantissimi vasetti a bagnomaria. Durano tutto l’inverno. Una nevicata di cacioricotta sopra… e vi assicuro che i piccoli gradiscono!

12 risposte a “Cibi per i bimbi, meglio freschi o industriali?

  1. Et voilà un cibo cucinato, congelato e poi riscongelato e ovviamente riscaldato è sempre meglio di un sugo o delle polpette fresche appena cucinate… se vogliamo fare le salutarie facciamole fino e infondo! Ps #noagliomogenizzati #sialcibofrescogiornopergiorno

  2. Ciao a tutte, la mia bimba ha sei mesi ed ho iniziato da una settimana lo svezzamento, mentre la frutta la mangia già da due mesi. Entrambe le pediatre che la seguono mi hanno consigliato frutta in vasetto, brodo fresco (verdura comprata dal fruttivendolo di fiducia) e iniziare con carne di agnello liofilizzata perché per quella fresca (solo se però sono sicura della provenienza) è ancora presto. Ho seguito il loro consiglio e devo dire che mia figlia gradisce…. all’inizio avevo provato a darle la mela fresca ma piangeva e la sputava mentre quella del vasetto se la divora!

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