Nido, babysitter o nonni? Qual è la soluzione migliore per il bambino?

Care mamme siamo arrivate al consueto appuntamento del mercoledì con la Psicologa amica, la dottoressa Francesca Santarelli.
Quale domanda abbiamo scelto per lei questa settimana? Una che credo sia il dilemma di tutte le mamme che lavorano e che hanno bambini piccoli:
Potendo scegliere tra nonni, babysitter e asilo nido, qual è la soluzione migliore per il bambino? Come vengono percepite queste figure “affidatarie” dal piccolo e quali ripercussioni possono avere sul piano psicologico?

“Care mamme, innanzitutto vi ringrazio perché scrivete e partecipate sempre in tante alle discussioni e mi esponete molte domande e quesiti interessanti a cui pian piano cercherò di rispondere!
Il tema di questa settimana è un argomento in linea con il periodo dell’anno in cui molte mamme cominciano a decidere: “asilo sì, asilo no,….nonni…babysitter…?”
E’ una domanda che mi viene rivolta molto spesso. Tanti genitori mi chiedono quale sia la scelta migliore per il bambino.
Come in tutte le situazioni, come rispondo sempre, è che dipende da come stiamo noi nella scelta che abbiamo fatto e come facciamo percepire il nostro stato d’animo (direttamente o involontariamente) al nostro piccolo.
Partiamo dal presupposto che, di là della scelta dei nonni o di una babysitter, deve essere modificata l’immagine dell’asilo nido che molte di noi ancora hanno, come un luogo di “parcheggio” per i bimbi.
Anni fa ho lavorato in un nido e ancora oggi faccio lavoro di osservazioni in parecchi asili e posso garantire che quello che vedo non può far altro che avere delle ripercussioni più che ottime sullo sviluppo cognitivo, motorio, emotivo e sociale per ogni bambino! All’interno di ogni asilo, infatti, vengono fatte delle programmazioni dettagliate sui lavori che si svolgono, con degli obiettivi specifici da raggiungere di anno in anno, che hanno il solo scopo di aiutare la crescita e lo sviluppo delle funzioni di un bambino di quell’età, non sono passatempo!
Ma se una mamma lascia il proprio cucciolo al nido, come se ogni mattina lo portasse alla gogna, è quello che risulta dannoso per il suo sviluppo, non l’ambiente in sé!
Come sempre il bambino riflette e percepisce “il come” la mamma vive a livello emotivo le scelte che fa (anche a livello inconscio spesso). Quindi, per quanto sostenga che il nido sia un’esperienza assolutamente positiva per il bambino stesso e la sua crescita, ritengo sia ancora più importante come i genitori vivano questa scelta.
Prendete una decisione condivisa e che vi faccia stare sereni: che sia dai nonni, o con una baby sitter o al nido, se siete in ansia, o non convinti o non fidate di dove lo lasciate, per il bambino aumentano le possibilità che ci siano ripercussioni di qualche tipo”.

Dottoressa un’altra domanda: c’è una età giusta per mandare il bambino al nido?

Non c’è un’età specifica e uguale per tutti per l’inserimento al nido perche dipende molto da come è stata la vita del bambino prima dell’ingresso nel mondo “scolastico” e dall’ambiente familiare in cui è cresciuto (quanto è stato abituato a staccarsi dalla mamma, a stare con altri bambini, a stare con gli altri adulti, ecc…).
Posso dire in generale che al di sotto dell’anno, se proprio non ci fossero altre alternative, sarebbe meglio lasciare il piccolo al nido solo per poche ore e nel tempo strettamente necessario ( questo cambia se il piccolo è stato già abituato ad essere affidato per molte ore ad esempio alla nonna…).
Dai 12 mesi in poi invece, state pur tranquilli che il bimbo è “pronto” a questo ingresso al nido, se lo siete anche voi naturalmente…
Ho conosciuto bimbi piccoli di 6/7 mesi inseriti benissimo all’interno dei nidi e ne ho seguito il percorso evolutivo fino ai 3 anni, cosi come bimbi della stessa età che hanno vissuto in modo “traumatico” la stessa esperienza. Posso garantire che la grande differenza la costituivano gli atteggiamenti o l emotività della mamma che ogni mattina lo lasciava nelle braccia dell’ educatrici in preda a ingestibili sensi di colpa!
Più che essere “rigida” e direttiva sull’età idonea per inserire il piccolo al nido dunque, insisto sull’ importanza dell’ esperienze “educative e sociali” pre.-nido egli atteggiamento e ai vissuti emotivi delle loro mamme!

Se avete altri dubbi riguardo, chiedetemi pure.
A presto!

Grazie dottoressa Santarelli, il suo contributo è sempre prezioso. Alla prossima!

110 risposte a “Nido, babysitter o nonni? Qual è la soluzione migliore per il bambino?

  1. @Perlabianca:il suo è un bellissimo commento che per alcuni versi sposa esattamente il mio pensiero. Mia madre è casalinga, è sempre stata casalinga, ha lasciato il lavoro quando si è sposata perchè i miei hanno convenuto che era meglio così. E’ quindi io mi sono ritrovata ad avere mia madre sempre con me (in realtà non è proprio vero, mio padre era fissato e voleva che io e mio fratello trascorressimo molto tempo in montagna al paese di origine di mia madre per respirare aria buona, diceva lui….e quindi mia madre faceva andirivieni). Comunque, come dice lei ho avuto mia madre sempre con me, quando tornavo da scuola c’era mia madre, quando mi ammalavo c’era mia madre ecc ecc ecc.
    Anche io per certi versi vorrei lo stesso per mia figlia, anche se non penso che il bene di un figlio sia
    dedicargli necessariamente tempo e attenzioni al 100%.
    Non credo che stando a casa, anche solo per i primi 3 anni, sia necessariamente il bene di un figlio. Non nascondo che a me piacerebbe farlo ma non sono così convinta. Sicuramente lavorando 8 ora al giorno più pausa pranzo più tempo di andata e ritorno dal lavoro mi porta troppe ora lontano da mia figlia ma anche lo stare a casa e dedicarmi completamente a lei non è necessariamente il bene di un figlio.
    Ripeto io lo farei ma più per una mia esigenza personale e egoismo personale che per il bene di un figlio.
    Mia figlia è andata all’asilo quest’anno per la prima volta all’età di 2 anni e mezzo in quanto ho ritenuto che fino a questa eta se si può lasciarla a casa con i nonni sarebbe meglio. Io ho potuto e l’ho fatto
    ma a due anni e mezzo deve stare con gli altri bambini in un certo modo è lei che me lo ha chiesto.
    Comunque la mezza misura è sempre la migliore soluzione.
    L’ideale sarebbe avere un part time.
    Se le dicessi del mio lavoro sono strasicura che mi direbbe: tienitelo stretto e spera che duri il più possibile.
    Io me lo tengo stretto, e continuo a sperare nel part-time e sono strasicura che un giorno lo otterrò, e tutto il resto del mio tempo è per elisa.
    Dal suo ultimo commento mi sembra di capire che la sua opinione è dovuta soprattutto alla sua esperienza con la bimba che ha tenuto. Di mamme come quella della bimba ce ne sono tante altre ma se una mamma è poco attenta e poco presente lo è anche stando a casa.
    Questo suo passaggio io non sono d’accordo, sembra che il lavoro rende una madre snaturata, non sono d’accordo una madre è snaturata per carattere sia se lavora sia se non lavora.
    Comunque ha ragione, la società di oggi ci porta a stare troppo tempo fuori casa e lontano dai nostri figli…questa è la società di oggi.
    Le chiedo scusa perchè sto per fare una critica a sua figlia, in realtà a lei che ha fatto, a parer mio ovviamente, apparire la scelta di sua figlia come una scelta coraggiosa e di buon senso…non sono d’accordo: se io con un lavoro precario, decido di mettere su famiglia e mi licenziano avviamente mi sarei messa a fare la mamma a tempo pieno e a rimandare la ricerca di un nuovo lavoro in età scolare di mia figlia sperando di trovare qualche cosa. Sua figlia non si è licenziata per fare la mamma, è stata licenziata, tutte avremmo fatto così a meno che con un solo stipendio non si arrivi a fine mese e allora in questo caso scatta subito la necessità di trovare qualsiasi cosa anche con bimbi piccoli a casa.

  2. Credo che la perfezione non si raggiunga mai ed è meglio così altrimenti nella terra ci sarebbero solo
    delle persone fredde, aride e insensibili.
    Mia madre è rimasta vedova a soli 34 anni con tre figli e da quel momento è rimasta mamma e moglie.
    Sempre a casa con noi, la pensione se pur minima ci ha consentito di averla a casa.
    Io ho la fortuna di lavorare, purtroppo a tempo pieno, non abbiamo la casa di prorpietà e credo che sarà difficile averla, (qui a Roma è utopia) e non posso permettermi il partime.
    Mio figlio ci adora, ci alterniamo con mio marito nei pomeriggi di impegni post scuola.
    Oggi per esempio ho chiesto alla mamma di un amichetto di prenderlo a scuola perchè farò tardi e mio marito rincasa in serata.
    I sensi di colpa? se così si possono chiamare, sono dietro l’angolo, ma mi rasserena pensare a mio figlio che sa che andare a lavoro non è una colpa, che è necessario quanto è necessario per lui la scuola, che a cena saremo tutti e tre, che ci racconteremo della giornata, perchè ogni momento della giornata è vissuta per lui, per noi, e il nostro tempo libero non è mai libero è riempito della sua presenza, dal nostro amore
    Ho una mia convinzione sul ruolo del genitore.
    Il genitore rimane tale fino all’ultimo dei suoi giorni, non va mai in vacanza, mentalmente, non ferma mail il suo pensiero per i figli, lui è sempre lì che vigila sui figli e poi sui nipoti.
    Il genitore adulto che vuole che i figli facciano da genitore, è un qualcosa che mi riesce difficile accettare.
    Se si gode di ottima salute, il cervello regge, il genitore deve sempre chiedere ai figli come stai, cosa faccio per te?
    Spesso quando si raggiunge l’età adulta il geniore vuole essere coccolato, rasserenato vuole fare il figlio.
    Mio suocero non chiama mai, vorrebbe che i figli andassero alle riunioni di condominio perchè domani la casa sarà la loro, e lui non ne vuol sapere, se chiama ti racconta tutte le disgrazie possibili, mai che chiede, come stai?
    Il compleanno del figlio? del nipote? sempre dimenticato.
    Ma in tuttto questo i figli per amore della famiglia, sopportano.
    I genitori vanno ricambiati per tutto l’amore che ci regalano giorno dopo giorno, ma purtroppo non andranno mai in pensione, non finirà la missione!
    io adoro mia mamma, e la prima telefonata del giorno è per lei e qualunque cosa serve io sono sempre lì a sostenerla.
    Ma oggi a 43 anni mia madre continua a chiedermi come stai, cosa faccio?

  3. P.S. Perlabianca: con questo non voglio dire che i nostri figli non siano altrettaneto fortunati ad avere madri come noi che oltre ad amarli infinitamente si rimboccano le maniche per far si che non gli manchi nulla, anche quel poco tempo, ma di qualità, che riusciamo a dedicare loro alla sera o nei week end….

  4. Perlabianca: accetto le scuse perchè sento che sono date con sincerità. Il suo intento era quello di valorizzare la figura della mamma e non di condannare in generale tutte le mamme che lavorano, per necessità o anche per realizzazione personale. Questo è stato frainteso da molte di noi e abbiamo difeso a spada tratta invece il nostro amare i nostri figli ma anche tirare a campare…L’ho capito nel momneto in cui ho provato a mttermi nei suoi panni, vedova con 3 figli e giustamente obbligata a lavorare per mantenere la sua famiglia. Tanto di cappello per quello che è riuscita a fare. La nota stonata nei suoi commenti è stata quella di far sembrare “normale” una cosa che normale non è, quindi se sua figlia è riuscita a stare a casa con la bimba fino ai 18 mesi perchè con lo stipendio del marito si andava avanti benissimo, ciò non significa che le altre mamme non siano in grado di farlo a pari condizioni. Il punto è proprio questo: noi dobbiamo lavorare entrambi per avere la stessa cosa che ha sua figlia con il solo lavoro del marito. Anzi abbiamo una cosa in meno: il tempo da dedicare ai figli e ad alcune di noi fa male da morire. Questo volevamo che capisse. Per il resto complimenti, le sue figlie sono state fortunate ad avere una madre dedita come lei.

  5. @perlabianca: continuo a farti i complimenti per la tua educazione e posatezza. sei da ammirare. E con queste tue parole abbiamo capito meglio il tuo concetto.
    quanto a me , posso dirti che lavoro tutti i giorni full time, ma lavoro vicino a casa, in pausa pranzo vado a casa e faccio le faccende, preparo per la cena e apparecchio la tavola, così alle 18 sono tutta per le mie bimbe, fino all’ora della nanna.
    rinuncio, forse troppo, ai miei interessi, mi concedo solo qualche uscita con le amiche ogni tanto serale, e ognitanto col maritino.
    se una bimba è malata il primo giorno, di solito il peggiore, sto a casa io, anche se la nonna è disponibile. Così le porto io dal pediatra e le coccolo un po’.
    non compro nulla di superfluo, mi piace però portarle in giro con me a scoprire cose nuove e posti nuovi. credo che gli faccia parecchio bene per aprire la mente,.
    dico questo solo per dimostrarti che per fortuna, non tutte sono come quella mamma.
    un abbraccio

  6. @Perlabianca: fino ad ora non ho commentato solo x rispetto nei suoi confronti. Le dico solo una cosa. Ieri sono stata alla riunione in classe di mia figlia piccola e come sempre esce fuori il “problema” lavoro e i sensi di colpa che purtroppo non mi abbandonano mai. Sa cosa mi ha detto la maestra? Signora se tutti i genitori nella loro assenza fossero presenti come lei e suo marito….molti bambini sarebbero diversi. Beh questa frase mi ha aperto il cuore e mi ha fatto sentire meno “snaturata”. Aggiungo tra l’altro che a me piace andare a lavorare perchè “aprire la mente” penso che favorisca anche il rapporto con le mie ragazze. Cordialità.

  7. Mio marito prende 1200€ al mese e lavora in una ditta dal licenziamento facile; abbiamo un mutuo (casa modesta, ma comunque da pagare), 2 figli piccoli, bollette, spese di normale sopravvivenza, non ho linea telefonica a casa, normalissimi telefoni (acquistati a poco prezzo), PC usato di almeno 10 anni, scarpe e vestiti li acquistiamo, normalmente, con i saldi; difficile “accettare i doni dei nonni” quando sono i nonni che, magari, hanno necessità di ricevere i tuoi …. Se vogliamo arrivare a fine mese, al mio stipendio non si può proprio rinunciare; il part-time … è un bel sogno! 🙁

  8. Buongiorno Giovani Mamme……qualche minuto prima di lasciarmi prendere dal turbinìo della giornata…(le mie due figlie di 24 e 26 anni vivono in casa con me ed al mattino preparo loro la colazione ed il portapranzo prima che escano per il lavoro….) Innanzitutto vi chiedo umilmente scusa a tutte quante se in qualche maniera ho messo , come qualcuna di voi ha detto, il carico da 90 ad accrescere i dolorosi sensi di colpa. Non era mia intenzione! Le mamme sono tutte “belle ed amabili” proprio perchè sono mamme…cioè hanno donato la vita e quindi lungi da me avere per voi tutte e tutte le altre dei pensieri negativi. Anzi vi ammiro per la forza che mostrate proprio in quello che vi fa stare più male: decidere a chi affidare la cosa più cara che avete. I nonni…il nido e quant’altro.
    Il mio diappunto che vi ho espresso nelle mie precedenti missive era solo il resoconto di una attenta riflessione che in tutti questi anni (da quando sono diventata mamma io nel 1983, la prima volta) mio malgrado mi sono ritrovata a fare, confrontando il mio vissuto a quello che via via negli anni ho “dovuto” vedere…Ribadisco che negli ultimi 10 anni ho avuto la fortuna di trovare un lavoro come TATA presso una famiglia la quale mi ha affidata la loro unica figlia in tutte le ore pomeridiane in quanto dopo la materna non sapevano come fare……beh….ho dovuto ascoltare e vedere cose che non approvo….specie da parte della mamma…..in poche parole per questa bimba ci dovevo essere io e basta e fin dall’inizio! Io ci sono sempre stata, perchè io ho un grande rispetto verso tutti, verso la bimba in primis…verso quella sua mamma non proprio snaturata…ma di certo molto “svogliata”e così protesa verso l’esterno…..così attenta alla sua immagine estetica….così attenta a non farsi troppo coinvolgere dalle richieste di attenzioni più che legittime, di una bimba in crescita! Ci sono sempre stata e la bimba ora che sta diventando grande…..mi vuole un gran bene e mi considera la sua seconda mamma( parole sue!!). Da parte mia io non sono contenta di questo no!! Mi viene spontaneo riflettere e concludere: io le figlie già ce l’ho!!! E’ lei che forse non ha la giusta mamma….Questo per invitare il mondo intero a riflettere: alla bambina non manca nulla dicono loro….le hanno fatto fare vacanze da sogno……e la sua stanza è un tripudio di oggetti inutili perchè donati a placare i sensi di colpa e non donati con la precisa intenzione di acquistare giocattoli come si acquistano le pappe o i vestitini, cioè per NECESSITA’! Anche se i tempi sono cambiati (ne so qualcosa perchè all’età di 32 anni sono rimata vedova….e conosco bene il calvario di andare a lavorare per necessità!) laciamoci sedurre dalla magia di cambiare pannolini e preparare pappe e merende per i nostri piccoli finchè si può (quando stanno poco bene prendiamoci un giorno di ferie…oppure “ammaliamoci pure noi”pur di stare loro accanto…ad esempio…)..lasciamo che i nostri vestiti siano messi e rimessi….a nostro figlio piaceremo moltissimo anche con un abito che abbiamo messo cento volte..anzi….gli daremo il rassicurante senso di contiunità vedendoci con la stessa immagine per tano tempo……non crediamo per amore loro…e tanto altro…….rispondo anche a chi come me, si trova costretta a dover andare fuori casa per lavorare enon era proprio sua intenzione: vi comprendo e assolutamente non voglio farvi stare male con le mie parole, anzi, coraggio. Quando la mia terzogenita aveva solo quattro anni il mio adorato marito è volato lassù….ed io per sopravvivere mi sono fatta assumere presso l’azienda dove lavorava lui……per fortuna erano tutte e tre ll’epoca in età scolare………eppure il mio cuore rimaneva ogni giorno accanto a loro…anche se lquel lavoro mi h tenuta fuori dal baratro…mi ha aiutata a non morire.
    Cmq vi chiedo scusa ancora se mi sono dilungata…se vi ho in qualche maniera infastidite…..non volevo. Volevo solamente e con il cuore in mano, invitarvi a riflettere a fermarvi un attimo….a comprendere il mondo dei vostri cuccioli il più possibile, i quali seppur molto adattabili sono pur sempre cuccioli…….il lavoro va bene……ma ci sono dei limiti che secondo me non si devono superare in nome di una vacanza in più……..ed un a ultima cosa: è vero siamo prima di tutto persone prima che mamme…….ma la mamma è la “persona” per eccellenza……….e stare col proprio cucciolo il più possibile finchè non saprà spiccare il volo……..non significa concretizzare la propria felicità (mi riferisco ad una mamma di voi…) ma prima di tutto la sua sua.
    Decidere di fare la mamma: è una missione e null’altro. Prima di pianificare una nascita, riflettiamo su questo fatto Tutto quì.
    Vi voglio bene Giovani Mamme.

  9. Ho letto solo ora il commento di Ransie,Ginger e Vale,e concordo in pieno…Snaturata? Nemmeno per sogno (c’è di peggio in giro,lo vedo anche qui in ufficio da me,e parlo di donne che davvero ai figli nemmeno ci pensano),sensi di colpa? TANTI!!!Ma se quando torno a casa vedo mia figlia che gioca serena con i giochi che IO e il PADRE abbiamo comprato per lei,facendo sacrifici SOLO per lei,oppure che mi corre incontro a braccia aperte…be,quei sensi di colpa si attenuano un pochino…il poco tempo che ho prima o dopo il lavoro,è tutto e solo per lei (ed anche per mio marito)…e mi creda,signora Perlabianca,mia figlia è una bimba serenissima,anche se per gran parte del giorno non sta con me…

  10. @Perlabianca:mia mamma ha fatto esattamente quello che ha fatto lei,ha cresciuto 3 figli col solo stipendio di mio papà (militare),e mi creda,non era quello di un alto ufficiale…e comunque,tra affitto e spese in genere,ha mandato avanti tutto nel migliore dei modi…Tanto di cappello.Questo succedeva 35 anni fa,altri tempi,in tutti i sensi.Forse allora,se lasciavi il lavoro per dedicarti alla famiglia,dopo riuscivi a trovare un lavoro come dice Mimi…Ora proprio non te lo puoi permettere!Ne ha avuto l’esempio in casa:sua figlia,purtroppo,ha perso il lavoro nel momento in cui è rimasta incinta. Per quanto mi riguarda,sarei stata volentieri a casa a crescere mia figlia,ma non posso proprio permettermelo.Gli introiti di casa nostra non sono alti(2400 euro in due…),ma ce la caviamo,cerchiamo di far quadrare i conti il più possibile.Dal mio stipendio “escono” i soldi per asilo nido (comunale),babysitter (lavoro su turni,quindi non posso evitare la spesa),e tutto quel che riguarda la gestione della casa (collabora pure mio marito) ed anche la benzina della mia macchinina… Dallo stipendio di mio marito,”escono” i soldi del mutuo (equivale a tutto il mio stipendio),le bollette,le varie tasse,le spese per la sua macchina e tutte le altre spese che saltano inevitabilmente fuori ogni santo mese. Come farei a stare a casa? Come potrei dare tutto quel che serve a mia figlia col solo stipendio di mio marito,anche rinunciando a tutto il superfluo?La mia realizzazione personale? E’ passata in cavalleria nel momento in cui,sempre per motivi economici,ho dovuto interrompere gli studi…ed ora che lavoro,non rinuncerei mai a questo posto,ma solo per un motivo:mi permette,comunque,di sopravvivere e di contribuire a tutte le spese di casa. Parlando di sfizi &co,i telefoni di ultima generazione li abbiamo presi in un momento in cui ancora potevamo permetterci una spesa simile,e mi creda,non parlo di Iphone,ma di semplici smartphone. Il pc a casa? Non c’è,nemmeno abbiamo la linea telefonica…Le vacanze? Fortuna vuole che,essendo io sarda,abbia i miei genitori che vivono in quella splendida isola e quindi,paghiamo “solo”il viaggio…E come dice SilviaFede,se ogni tanto possiamo,non rinunciamo ad una cena fuori o ad un qualsiasi altro svago che ci possiamo concedere nei limiti delle nostre possibilità…
    Purtroppo,per noi Giovani Mamme,non c’è alternativa…è brutto pensarlo,ma è così…Il tempo non si è fermato a 30 / 40 anni fa…

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