La morte, come spiegarla ad un bambino? Meglio la verità o una piccola bugia?

Eccoci arrivati all’appuntamento con la nostra Psicologa Amica, la dottoressa Francesca Santarelli.
Questa volta l’argomento propostole è piuttosto delicato: è giusto parlare ai bambini della morte?  E come si può far capire ai piccoli dove si trovano le persone che non ci sono più e alle quali erano molto legati? La domanda è stata posta da Vale.

“So bene che quest’argomento è uno di quelli che un genitore non vorrebbe affrontare mai con il proprio piccolo, una di quelle tematiche che ti lasciano mille dubbi, perplessità, difficoltà e spesso mettono in crisi profondamente tutte le mamme e i papà.

Questo perche è del tutto spontaneo  e naturale proteggere i propri figli da ogni forma di dolore e da discorsi e parole che inducono emozioni e sensazioni negative. Ma i bambini hanno diritto di conoscere anche i lati meno facili e belli della vita, e quella protezione spesso fa più male che bene!

Spesso capita anche i genitori non dicono nulla, ma il bimbo capisce che c’è aria di “sofferenza” in casa e in chi gli sta attorno e questo può metterlo in confusione perche non ne capisce il senso. Quello che dico spesso ai genitori che incontro è questo:  “Ai propri figli non si può evitare la sofferenza, ma la confusione e le bugie si! E la confusione fa più male del dolore, perche quest‘ultimo, se sai cos’è lo sopporti, ma la confusione è come la nebbia, quando non vedi, hai piu paura …

Niente bugie quindi, rischiereste di generare confusione e angoscia nel bambino. Sappiate che un bambino è perfettamente capace di capire il vostro dolore e può anche essere molto bravo a consolarvi!.

La cosa migliore dunque è dire la verità e affrontare l’argomento in modo semplice ed onesto, senza paroloni e cercando di rispondere alle sue domande dicendo anche “Non lo so” perche non c’è sempre una risposta a tutto!

E’ inutile dire a un bambino che la morte è temporanea e che chi è morto si assenterà per un lungo periodo. Bisogna spiegargli, semplicemente, che non ritornerà. All’inizio questo fatto potrebbe difficile da mandar giù, ma col tempo l’accettazione sarà meno dolorosa.

Se il vostro bambino ha subito una perdita, è meglio se in passato l’argomento della morte è già stato affrontato. E’ essenziale dirglielo subito, senza aspettare che si stupisca non di vedere quella la persona da un po’ di tempo. Dovete dirgli, con un po’ di delicatezza, che è andata in cielo e non ritornerà. E se il dolore è troppo grande per te, ditegli semplicemente che siete molto tristi e che in seguito gli spiegherete meglio cosa accade.

E’ necessario, inoltre, spiegare al bambino che, se quella persona non è più presente fisicamente, lo sarà sempre nel suo cuore e lo accompagnerà nel corso della vita. Una fotografia appesa alla parete o una vecchia lettera possono essere utili per alleviare temporaneamente il suo dolore,meglio, se ve la sentirete, se accompagnata gradualmente su storie o aneddoti che riguardano la persona persa.

Aiutatelo a raccontare, ricordarsi, piangere….ma mai cadere nell’oblio, nel tacere, nell’impossibilità di nominare quella persona, come se niente sia accaduto! La morte è un fatto reale e cosi va vissuto…insieme!

Grazie mille dottoressa Santarelli.
Come al solito il suo contributo è preziosissimo per tutti noi!

19 risposte a “La morte, come spiegarla ad un bambino? Meglio la verità o una piccola bugia?

  1. Dopo qualche settimana di sofferenza , qualche mese fa è morta mia nonna, la bisnonna dei miei figli. Ho ricevuto la “telefonata” esattamente davanti al portone della scuola, mentre stavo per entrare a prendere i miei cuccioli di 4 e 6 anni. Rimango immobile qualche minuto sulla soglia, ritiro indietro le lacrime e mi faccio forza per apparire tranquilla agli occhi dei piccoli.
    Appena entro Giovanni (il maggiore) si accorge subito che la mia faccia ha qualcosa che non va.
    “Mamma che hai?” dice.
    “La nonna Rita è andata in cielo” rispondo io.
    “Emanuele!!!!” grida lui chiamando il fratellino, “la nonna Rita è andata in cielo!!” continua tutto contento.
    “Vero??!!” risponde il piccolo con l’espressione felice e stupita.
    Avevano la faccia di quelli che ricevono proprio una bella notizia!!!! D’altronde, in paradiso si sta così bene…
    I miei bambini non sono senza cuore, solo sapevano già cosa sarebbe successo. E siccome io sono una credente convinta, gli avevo già parlato dell’altra vita (ovviamente con gli aggiustamenti del caso) e di come ci sia differenza fra il corpo e l’anima.D’altronde, “tu lo vedi l’amore che hai per me?” gli ho detto. “No, ma ti amo lo stesso” mi ha risposto.
    Mi pare di ricordare che la nostra discussione sull’argomento sia nata in occasione di un cartone animato… o qualcosa del genere….
    Non ho nascosto niente, ho risposto alle loro domande come se fosse la cosa più normale del mondo… anche se dentro di me è stata dura, molto dura.
    Ora sanno che la nonna Rita (insieme a molti altri) è là in cielo e sta bene, e che ci ama come sempre.

  2. Concordo con la dott.ssa. Quando è venuto a mancare il papà di mio marito, il mio Nunzio, che tra l’altro si chiama come Lui, aveva da tre giorni compiuto 2 anni! La sua morte improvvisa ha gettato tutti noi nell’angoscia più totale…ho dovuto spiegargli che il nonno era in cielo perchè lì avevano bisogno di un Vigile (era il suo mestiere)! Quando poi ci sono temporali, gli dico sempre che il nonno sposta le sedie con gli altri angioletti….che insomma anche lì continua nelle sue biricchinate! Forse è un pò infantile, ma lo vedo tranquillo e felice perchè sa che il suo nonno continua a vivere, anche se non tornerà qui da noi! Penso che ai bambini la realtà vada spiegata, magari addolcendola un pò…i bambini non sono piccoli uomini, sono bambini ed hanno bisogno di crescere piano piano guidati da noi adulti, senza trasmettere loro la nostra angoscia ed il nostro dolore, altrimenti avranno sempre paura del mondo, non si fideranno!

  3. Mio papà è mancato che Giulia aveva appena compiuto 15 mesi quindi le abbiamo detto che il nonno era andato in cielo
    Tutto bene fino ad agosto dell’anno scorso quando, come tutti gli anni siamo andati a trovarlo al cimitero. Ad un certo punto si è seduta sulla tomba ci ha guardati in faccia e serissima ci ha detto: “Ma se il nonno è in cielo qui sotto chi c’è? Apri che voglio vedere”

  4. trovo molto bella l iniziativa che avete inaugurato con la psicologa amica, io sono nuova ed è piacevole riflettere con tutte voi su temi cosi delicati che ci riguardano….
    mi piacciono molto le risposte della dottoressa santarelli. L’argomento lutto è sempre difficile da spierare ai bambini, ma seguirò i consigli dati.
    volevo chiedervi….sarebbe possibile mettermi in contatto con la dottoressa e sapere dove riceve?
    se qualcuno lo sa mi fa sapere?
    grazie ciao

    • Ciao Maria, la dottoressa Santarelli lavora e riceve a Milano. Ecco l’indirizzo del suo sito Web: http://www.studiosantarellidecarolis.com/.
      Se vuoi metterti in contatto con lei via e.mail o tramite il numero verde devi specificarlo perchè sono una equipe di psicoterapeuti.
      Spero tu possa trovare le informazioni che cerchi…

  5. grazie per l’argomento. La mia bimba un nonno non l’ha mai conosciuto e un altro è mancato da un mese. Col primo, vede le foto in casa, dice “Nonno” e lo bacia, lo abbraccia. Quando era più piccola voleva la foto davanti al piatto mentre cenava. L’altro nonno invece è stato diverso; l’ha visto stare male, poi è stata sballottata nei giorni della morte e funerale, un po’ dalla tata, un po’ dagli zii, amici…da quando si è ammalato, Stella ha iniziato a picchiarsi da sola e ci viene una fitta a vederla così. Forse voleva solo attenzione, molto probabile. All’inizio quando siamo tornati a casa dei suoceri cercava il nonno, appena sentiva aprirsi una porta. A un certo punto ha detto “Nonno più più”. Dato che è così piccola, le abbiamo spiegato che i due nonni si sono trovati insieme in una stella, che giocano a nascondino, loro ci vedono e noi non vediamo loro. Un nonno prepara la pappa e pulisce la camera e l’altro cuce i vestiti e si prende cura del nuovo orto.
    Ciao

  6. Sono contenta di quanto ha scritto la dottoressa. Mia figlia, tre anni e mezzo, ogni tanto mi chiede dove sia mia nonna (sua bis-nonna) perchè dalla parte di mio marito ci sono due bis-nonni e da parte mia nessuno. Ed io le ho sempre detto che è andata in cielo, così come mio nonno. All’inizio di questo anno è mancato il padre di mio cognato, che mia figlia conosceva, che viveva in Sicilia. Ci ha visti ovviamente scossi e le ho detto che anche lui è andato in cielo. Dato che lo avevamo conosciuto durante una vacanza in Sicilia, dove ci eravamo recati con l’aereo, ora ci chiede quando prendiamo ancora l’aereo per andare a trovarlo in cielo 😉

  7. grazie Maria e alla dottoressa Santarelli. Ho avuto una conferma che quello che pensavo era corretto. Da poco tempo ho perso la mia mamma e la mia piccola batuffola quando le ho detto che è andata in cielo anche se ha solo 21 mesi ha capito. Ogni tanto indica il cielo e poi manda un bacino e se andiamo in chiesa ad accendere una candelina fa la stessa cosa e poi mi sorride…..scusate ma mi fermo qua…..

  8. Buongiorno a tutte/i!!!
    Concordo pienamente con quanto detto dalla psicologa. Nella mia ignoranza ho adottato le stesse cose nell’affrontare la morte dei nonni con i miei piccoli. E ci tengo ad avallare la tesi sul fatto di dare spazio ai bambini di esprimersi e di poter parlare del loro stato d’animo liberamente. Il lutto è una cosa che coinvolge tutta la famiglia e che va superato insieme, ascoltando e rincuorando anche i bambini perchè non è vero che “sono troppo piccoli per capire”…
    Allo stesso modo anche altre cose della quotidianità secondo me andrebbero affrontate allo stesso modo, dicendo loro la verità. Spesso i genitori in buonafede tendono a proteggere i figli raccontando delle piccole bugie…niente di più sbagliato sia per il fatto che se loro capiscono che non gli è stata detta la verità crederanno che le bugie in qualche caso sono ammesse… sia per il fatto che di fronte alla realtà si troveranno inevitabilmente a capire che non era come mamma e papà gliela avevano fatta intendere con una grande delusione…e perdita di fiducia nei nostri confronti…

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