Ansia, stress e problemi respiratori: i rischi dei bambini che vanno a letto tardi

Lo sapevate che sono sempre di più i bambini che hanno un rapporto difficile con il sonno? Nelle famiglie moderne e in particolare in quelle di città, a causa dei ritmi di lavoro piuttosto assurdi dei genitori, si tende a far slittare l’orario della nanna dei piccoli che dormono sempre meno accumulando stress e ansie.

A lanciare l’allarme è Maria Pia Villa, direttore del centro del sonno dell’ospedale Sant’Andrea di Roma e coordinatrice del gruppo di studio di medicina del sonno della Società italiana di pediatria.
I genitori “non preparano adeguatamente i bambini al sonno. Al contrario, magari gli fanno vedere film paurosi, o li fanno assistere a discussioni. C’è molta disattenzione su questo”, dice.

Ora, non so voi, ma io mi sono sentita subito tirata in causa da questa affermazione. Invidio le mamme che riescono a mandare a letto i loro bambini alle nove e mezza di sera o addirittura prima. Per me è pura utopia. Inizio le “pratiche per la nanna” (ossia pigiamino, lavaggio denti, lettura favole, ecc) alle nove (troppo tardi? Ma almeno un’ora al giorno con il suo papà ha diritto di giocare?), però se non sono le dieci e oltre il mio bambino proprio non chiude gli occhi. Ogni scusa è buona per tornare in pista: “mi fa male la pancia”, “voglio il latte”, “ho fatto un brutto sogno” (ma come… non hai ancora chiuso gli occhi!).

Nonostante l’ora tarda, però, le sue 9-10 ore di sonno riesce a farle. E per fortuna. Perché dormire meno del necessario, ha affermato il direttore Villa, può provocare seri danni allo sviluppo.

Maria Pia Villa ha poi posto l’accento sui problemi che possono rendere difficoltoso il sonno dei bambini come l’insonnia, le parasonnie e i disturbi respiratori. E i dati riportati dallo studio, secondo me, sono abbastanza inquietanti.
Basti pensare che nei primi 2 anni di vita l’insonnia colpisce il 20-30% dei bambini, il 10-15% fino a 3 anni, mentre i problemi di russamento e apnee notturne interessano dal 3 al 27% dei piccoli in età prescolare.

Ci sono poi le parasonnie, come ad esempio il sonnambulismo, il parlare di notte, svegliarsi con tremore, legati a situazioni di eccitabilità dei neuroni, che colpiscono con frequenza circa il 2-3% dei bambini, anche se il 20-30% almeno una volta nella vita ha avuto uno di questi episodi.

Ma il vero problema, sottovalutato, insiste Villa, sono i disturbi respiratori del sonno, che se non curati, possono provocare “disturbi di attenzione, irritabilità fino a problemi cardiocircolatori e neurologici in età adulta”.

Insomma dobbiamo prestare più attenzione e sapere che i problemi respiratori sono causati generalmente da adenoidi e tonsille ingrossate, o anche da una particolare conformazione della testa, con palato ogivale molto alto, naso piccolo e mandibola stretta, che portano ad un’ostruzione respiratoria nel sonno.

“Quando il bambino russa – conclude Villa – dopo fa delle pause respiratorie, che provocano una scarsa ossigenazione, con danni neurologici e cardiovascolari a lungo andare”.

E allora ecco qualche pillola di saggezza, qualche consiglio per portare i nostri figli nelle “braccia di Morfeo” con serenità.

Secondo la dottoressa Villa “è bene che i genitori facciano mangiare i bambini ad un orario prefissato, non gli diano troppi liquidi e gli facciano il bagno prima di cena, evitando alimenti piccanti e bevande eccitanti”.

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